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libro decimo - cap. x 167

passare al marchese di Mantova, o per non lasciare luogo con la dimanda improvisa a’ consigli suoi o perché tanto piú tardasse a andare la notizia della venuta sua alle genti viniziane. Di quivi alloggiò il dí seguente a Nugara in veronese e l’altro dí a Pontepesere e a Treville tre miglia appresso alla Scala, ove avendo avuto notizia che Giampaolo Baglione (il quale aveva fatta la scorta ad alcune genti e artiglierie de’ viniziani andate a Brescia) era con [tre]cento uomini d’arme [quattrocento] cavalli leggieri e mille dugento fanti da Castelfranco venuto ad alloggiare alla Isola della Scala, corse subito per assaltarlo con trecento lancie e settecento arcieri, seguitandolo il resto dell’esercito perché non poteva pareggiare tanta prestezza: ma trovato che giá era partito un’ora innanzi, si messe a seguitarlo con la medesima celeritá.

Aveva Giampagolo saputo che Bernardino dal Montone, sotto la cui custodia era il ponte fatto ad Alberé, sentito l’approssimarsi de’ franzesi l’aveva dissoluto, per timore di non essere rinchiuso da loro e da’ tedeschi che erano in Verona; ove Cesare, alleggerito dalla custodia del Friuli perché, da Gradisca in fuora, tutto era ritornato in potestá de’ viniziani, aveva poco innanzi mandato tremila fanti i quali prima aveva in quella regione. Però Giampaolo sarebbe andato a Brescia se non gli fusse stato mostrato che poco sotto Verona si poteva guadare il fiume, ove andando per passare scoperse da lungi Fois; e pensando non potesse essere altro che la gente di Verona, perché la prestezza di Fois, incredibile, aveva avanzato la fama, rimessi i suoi in battaglia, l’aspettò con forte animo alla torre del Magnanino, propinqua all’Adice e poco distante dalla torre della Scala. Fu molto feroce da ciascuna delle parti lo incontro delle lancie, e si combatté poi valorosamente con l’altre armi per piú d’una ora; ma peggioravano continuamente le condizioni de’ marcheschi perché tuttavia sopravenivano i soldati dell’esercito rimasto indietro, e nondimeno urtati, ritornorno piú volte negli ordini loro: finalmente, non potendo piú resistere al numero maggiore, rotti si messono in fuga; seguitati dagli inimici, giá cominciando