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libro decimo - cap. viii 153

osservano la fede, e specialmente perché per questo esempio spererebbe che a lui medesimamente, quando gli sopravenisse bisogno, si osserverebbe quel che per la capitolazione fatta a comune col re di Francia e con lui era stato promesso. Procedendo cosí, se tra’ príncipi nascesse pace la cittá sarebbe nominata e conservata da amendue; se uno ottenesse la vittoria, non si reputando offeso né avendo causa di odio particolare, non sarebbe difficile comperare l’amicizia sua con quelli medesimi danari e forse con minore quantitá di quella che arebbono spesa nella guerra, modo col quale, piú che coll’armi, aveano molte volte salvata la libertá i maggiori loro: procedendo altrimenti, sosterrebbono mentre durasse la guerra, per altri e senza necessitá, spese gravissime; e ottenendo la parte inimica la vittoria rimarrebbe in manifestissimo pericolo la libertá e la salute della patria. Contrario a questi era il parere del gonfaloniere, giudicando essere piú salutifero alla republica che si prendessino l’armi per il re di Francia: e perciò, prima aveva favorito il concilio e suggerito al pontefice materia di sdegnarsi, acciò che la cittá, provocata da lui o cominciata a insospettirne, fusse quasi necessitata a fare questa deliberazione; e in questo tempo dimostrava non potere essere se non perniciosissimo consiglio lo stare oziosi ad aspettare l’evento della guerra, la quale si faceva in luoghi vicini e tra príncipi tanto piú potenti di loro. Perché la neutralitá nelle guerre degli altri essere cosa laudabile, e per la quale si fuggono molte molestie e spese, quando non sono sí deboli le forze che tu abbia da temere la vittoria di ciascuna delle parti; perché allora ti arreca sicurtá, e bene spesso, la stracchezza loro, facoltá di accrescere il tuo stato. Né essere sicuro fondamento il non avere offeso alcuno, il non avere data giusta cagione di querelarsi; perché rarissime volte, e forse non mai, si raffrena dalla giustizia o dalle discrete considerazioni l’insolenza del vincitore; né reputarsi, per queste ragioni, meno ingiuriati i príncipi grandi quando è negato loro quel che desiderano, anzi sdegnarsi contro a ciascuno che non séguita la volontá loro e che con la fortuna di essi