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libro decimo - cap. viii 149

forti, bene custodite le terre vicine, e potersi opporre loro alla pianura le genti d’arme; per i quali impedimenti essere necessario che, movendosi, fussino necessitati in ispazio di pochi dí a ritornarsene. E nondimeno i svizzeri, non gli spaventando queste difficoltá, erano cominciati a scendere a Varese, nel qual luogo continuamente augumentavano; avendo seco sette pezzi d’artiglieria da campagna e molti archibusi portati da’ cavalli, e medesimamente non al tutto senza apparecchio di vettovaglie. La venuta de’ quali faceva molto piú timorosa che, essendo i soldati franzesi divenuti piú licenziosi che ’l solito, cominciava a essere a’ popoli non mediocremente grave lo imperio loro; perché il re, astretto dalla avarizia, non aveva consentito che si facesse provedimento di fanti; né le genti d’arme che allora erano in Italia, secondo il numero vero, mille trecento lancie e dugento gentiluomini, potevano tutte opporsi a’ svizzeri, essendone una parte alla guardia di Verona e di Brescia, e avendo Fois mandato di nuovo a Bologna dugento lancie, per la venuta del cardinale de’ Medici e di Marcantonio Colonna a Faenza: ove, se bene non avessino fanti pagati, nondimeno per le divisioni della cittá, e perché in quelli dí il castellano della rocca di Sassiglione, castello della montagna di Bologna, l’aveva spontaneamente dato al legato, era paruto necessario mandarvi questo presidio. Da Varese mandorno i svizzeri per uno trombetto a diffidare il luogotenente regio: il quale avendo seco poca gente d’arme, perché non aveva avuto tempo a raccorle, né piú che dumila fanti, né si risolvendo ancora per non dispiacere al re a soldarne di nuovo, era venuto ad Assaron, terra distante tredici miglia da Milano, non con intenzione di combattere ma di andargli costeggiando per impedire loro le vettovaglie; nella qual cosa solo rimaneva la speranza del ritenergli, non essendo tra Varese e Milano né fiumi difficili a passare né terre atte a essere difese. Da Varese vennono i svizzeri a Galera, essendo giá augumentati insino al numero di diecimila; e Gastone, il quale seguitava Gianiacopo da Triulzi, si pose a Lignano distante quattro miglia da Galera: dalle quali cose