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libro decimo - cap. iv 119

sceleratezze? sostenersi forse questa tirannide per la virtú dell’armi, per la industria degli uomini o per i pensieri assidui della conservazione della maestá del pontificato? e quale generazione essere piú aliena dagli studi e dalle fatiche militari? piú dedita all’ozio e ai piaceri? e piú negligente alla degnitá e a’ comodi de’ successori? avere in tutto il mondo similitudine due principati, quello de’ pontefici romani e quello de’ soldani del Cairo, perché né la degnitá del soldano né i gradi de’ mammalucchi sono ereditari ma passando di gente in gente si concedono a’ forestieri: e nondimeno essere piú vituperosa la servitú de’ romani che quella de’ popoli dello Egitto e della Soría, perché la infamia di coloro ricompera in qualche parte l’essere i mammalucchi uomini bellicosi e feroci, assuefatti alle fatiche e a vita aliena da tutte le delicatezze; ma a chi servire i romani? a persone oziose e ignave, forestieri e spesso ignobilissimi non meno di sangue che di costumi; tempo essere di svegliarsi oramai da sonnolenza sí grave, di ricordarsi che l’essere romano è nome gloriosissimo quando è accompagnato dalla virtú, ma che raddoppia il vituperio e la infamia a chi ha messo in dimenticanza l’onorata gloria de’ suoi maggiori; appresentarsi facilissima l’occasione, poi che in sulla morte del pontefice concorreva la discordia tra loro medesimi disunite le volontá de’ re grandi, Italia piena d’armi e di tumulti, e divenuta, piú che mai in tempo alcuno, odiosa a tutti i príncipi la tirannide sacerdotale.

Respirò da quello accidente tanto pericoloso il pontefice: dal quale alquanto sollevato, ma essendo ancora molto maggiore il timore che la speranza della sua vita, assolvé il dí seguente, presenti i cardinali congregati in forma di concistorio, il nipote dall’omicidio commesso del cardinale di Pavia; non per via di giustizia come prima si era trattato, repugnando a questo la brevitá del tempo, ma come penitente per grazia e indulgenza apostolica. E nel medesimo concistorio, sollecito che l’elezione del successore canonicamente si facesse, e volendo proibire agli altri d’ascendere a tanto grado per quel mezzo col quale vi era asceso egli, fece publicare una bolla