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viniziane, chiamate occultamente da alcuni cittadini, partitesi da San Bonifazio, si accostorono di notte alla cittá per scalare castello San Piero essendo entrati per la porta San Giorgio dove mentre dimorano, per congiugnere insieme le scale, perché separate non ascendevano all’altezza delle mura, o sentiti da quegli che guardavano il castello di San Felice o parendo loro vanamente udire romore, impauriti, lasciate le scale si discostorono; donde l’esercito si ritornò a San Bonifazio, e in Verona venuta a luce la congiurazione ne furono puniti molti.

Inclinò in questo tempo l’animo del pontefice a riunirsi col re di Francia, mosso non da volontá ma da timore; perché Massimiliano dimandava superbamente che gli prestasse dugentomila ducati, minacciandolo che altrimenti si unirebbe col re di Francia contro a lui; e perché era fama che nella dieta di Augusta si determinerebbe di concedergli aiuti grandi, e perché di nuovo tra il re di Inghilterra e il re di Francia era stata fatta e publicata con solennitá grande la pace: e perciò molto strettamente cominciò a trattare con Alberto da Carpi, col quale era proceduto insino a quel dí con parole e speranze generali. Ma perseverò poco tempo in questa sentenza: perché la dieta di Augusta, senza le forze della quale erano in piccola estimazione i minacci di Cesare, non corrispondendo all’espettazione, non gli determinò altro aiuto che di trecentomila fiorini di Reno, sopra il quale assegnamento aveva giá fatte molte spese; e dal re di Inghilterra gli fu significato avere nella pace inserito uno capitolo ch’ella si intendesse annullata qualunque volta il re di Francia offendesse lo stato della Chiesa. Dalle quali cose ripreso animo e ritornato a’ primi pensieri, aggiunse contro al duca di Ferrara nuove querele. Perché quel duca, dappoi che ’l golfo fu liberato, avea poste nuove gabelle alle robe che per il fiume del Po andavano a Vinegia; le quali, allegando il pontefice che secondo la disposizione delle leggi non si potevano imporre dal vassallo senza licenza del signore del feudo, e che erano in pregiudicio grande de’ bolognesi suoi sudditi, faceva