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libro quinto - cap. i 3

ducato di Milano, convertendo a sua richiesta le genti, le quali in tal caso erano obligati di dargli, in pagamento di danari. Però fu deliberato che a’ fiorentini si dessino per la recuperazione di Pisa, e con promissione del cardinale che nel passare restituirebbono Pietrasanta e Mutrone, secento lancie pagate dal re, e a spese loro proprie cinquemila svizzeri sotto il baglí di Digiuno, e certo numero di guasconi, e tutta l’artiglieria e le munizioni necessarie a quella impresa; e vi si aggiunsono, contro alla volontá del re e de’ fiorentini, secondo il costume loro, dumila altri svizzeri. Delle quali genti deputò capitano Beumonte, dimandatogli da’ fiorentini, perché per essere stato pronto a restituire loro Livorno confidavano molto in lui, non considerando che nel capitano dell’esercito, se bene è necessaria la fede è necessaria l’autoritá e la perizia delle cose belliche: benché il re, con piú sano e piú utile consiglio, avesse destinato Allegri, capitano molto piú perito nella guerra, e al quale, per essere di sangue piú nobile e di maggiore riputazione, sarebbe stata piú pronta l’ubbidienza dello esercito.

Ma si cominciorono prestamente a scoprire le molestie e le difficoltá che accompagnavano gli aiuti de’ franzesi: perché, essendo cominciato a correre il pagamento de’ fanti il primo dí di maggio, dimororno tutto il mese in Lombardia per gli interessi propri del re, desideroso, con l’occasione del transito di questo esercito, di trarre danari dal marchese di Mantova e da’ signori di Carpi, di Coreggio e della Mirandola, per pena degli aiuti dati a Lodovico Sforza; in modo che i fiorentini, cominciati a insospettire di questo indugio, e parendo oltre a ciò darsi a’ pisani troppo tempo di ripararsi e provedersi, ebbono inclinazione di abbandonare la impresa. Pure, pretermettendo malvolentieri tale occasione, data la seconda paga, attendevano a sollecitare il farsi innanzi. Finalmente, essendosi signori di Carpi, della Mirandola e di Coreggio, intercedendo per loro il duca di Ferrara, composti di pagare ventimila ducati, né potendo perdere tempo a sforzare il marchese di Mantova, il quale da una parte si fortificava, da altra, allegando la impotenza di pagare danari, mandati