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libro quinto ‐ cap. xv 81

in Allegri che, essendo inclinato il viceré a non combattere quel dí, riprendendolo di timiditá lo indusse a contrario consiglio. Durò la battaglia per brevissimo spazio; e ancora che gli spagnuoli, passato il fosso, gli seguitassino, ne fu, per essere giá notte oscura, presi e morti pochissimi, specialmente di uomini a cavallo; tra’ quali fu morto monsignore di Ciandeu: il resto, perduti i carriaggi perduta l’artiglieria, si salvò con la fuga, spargendosi i capitani e i soldati in varie parti. È fama che, essendo giá cacciati per tutto gli inimici, che Consalvo, non vedendo in luogo alcuno Prospero Colonna ne dimandava con instanza, dubitava non fusse stato ammazzato nel fatto d’arme; e che Fabrizio, volendo tassarlo di timiditá, ridendo gli rispose non essere da temere che Prospero fusse entrato in luogo pericoloso. Acquistossi questa vittoria otto dí dopo la rotta di Obigní; e l’una e l’altra in venerdí, giorno osservato per felice dagli spagnuoli.

Feciono i franzesi, come furono raccolti dalla fuga, vari disegni, o di unirsi con le reliquie dello esercito in qualche luogo opportuno a impedire a’ vincitori l’andare a Napoli o di fermarsi alla difesa di Napoli; nondimeno, come nelle cose avverse diventano ogni dí maggiori il timore e le difficoltá di chi è stato vinto, niuno di questi partiti si messe a esecuzione, perché e in altri luoghi aveano difficoltá di fermarsi, e Napoli giudicavano non potere difendere per la carestia delle vettovaglie: alla quale per provedere aveano prima i franzesi fatto comperare a Roma quantitá grande di frumenti, ma il popolo romano impedí non si traessino, o per conservare Roma abbondante o per suggestione occulta (come molti credettono) del pontefice. Però Allegri, il principe di Salerno e molti altri baroni si ritirorno tra Gaeta e Traietto, ove si raccolse dietro al nome loro la maggiore parte delle reliquie dell’esercito. Ottenuta Consalvo tanta vittoria, non allentando il favore della fortuna, si dirizzò con l’esercito a Napoli; e passando da Melfi offerse al principe la facoltá di ritenersi il suo stato in caso volesse seguitare la divozione spagnuola: il quale, accettando piú tosto d’essere lasciato partire con la moglie e co’ figliuoli,