Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/341


libro ottavo ‐ cap. xvi 335

antichi, si condussono nel portico di San Piero; dove gittatisi in terra innanzi a’ piedi del pontefice, il quale presso alle porte di bronzo sedeva in su la sedia pontificale assistendogli tutti i cardinali e numero grande di prelati, gli dimandorono umilmente perdono, riconoscendo la contumacia e i falli commessi; e dipoi, lettesi secondo il rito della Chiesa certe orazioni e fatte solennemente le cerimonie consuete, il pontefice ricevutigli a grazia gli assolvé, imponendo loro per penitenza che andassino a visitare le sette chiese. Assoluti, entrorno nella chiesa di San Piero, introdotti dal sommo penitenziere; dove avendo udita la messa, che prima era stata denegata, furono onoratamente, non piú come scomunicati o interdetti ma come buoni cristiani e divoti figliuoli della sedia apostolica, da molti prelati e altri della corte accompagnati insino alle loro abitazioni. Dopo la quale assoluzione si ritornorno a Vinegia, lasciato a Roma Ieronimo Donato uomo dottissimo, uno del numero loro; il quale, per le virtú sue e per la destrezza dello ingegno divenuto molto grato al pontefice, fu di grandissimo giovamento alla sua patria nelle cose che si ebbono poi a trattare appresso a lui.