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Ebbe in questi medesimi dí sospetto il pontefice che ’l protonotario de’ Bentivogli, che era a Cremona, non trattasse di ritornare furtivamente in Bologna, per il quale sospetto fece per alcuni dí ritenere nel palazzo di Bologna Giuliano de’ Medici; e riferendo ogni cosa alla mala volontá del re di Francia dimostrava di temere che e’ non passasse in Italia per soggiogarla, e per fare violentemente eleggere il cardinale di Roano per pontefice: e nondimeno, nel tempo medesimo, detraeva senza rispetto all’onore di Cesare, come di persona incapace di tanta degnitá, e che per l’incapacitá sua avesse ridotto in grande disprezzo il nome dello imperio.

Morí nella fine di questo anno il conte di Pitigliano, capitano generale de’ viniziani, uomo molto vecchio e nell’arte militare di lunga esperienza; e nella fede del quale si confidavano assai i viniziani, né temevano che temerariamente mettesse in pericolo il loro imperio.


XVI

Fazioni sotto Verona. Incertezza del re di Francia intorno all’opportunitá di una nuova impresa contro i veneziani per la conquista di tutta la terraferma. Politica del re per acquietare l’animo del pontefice. Condizioni con cui il pontefice concede l’assoluzione ai veneziani.

Séguita, in questa ambiguitá di cose, l’anno mille cinquecento dieci; nel principio del quale procedevano da ogni parte, come anche era conforme alla stagione, le cose dell’armi freddamente. Perché l’esercito viniziano, alloggiato a San Bonifazio in veronese, teneva quasi come assediata Verona; onde essendo usciti alla scorta Carlo Baglione, Federigo da Bozzole e Sacramoro Visconte, assaltati dagli stradiotti, furono rotti e fatti prigioni Carlo e Sacramoro, perché Federigo si salvò per opera de’ franzesi che al soccorso loro erano usciti da Verona; e poco dipoi ruppono un’altra compagnia di cavalli franzesi, tra’ quali fu preso monsignore di Clesí; e da altra