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libro ottavo ‐ cap. xiv 323

inimici, per i quali combatteva la sicurtá del luogo e molte artiglierie piccole, che finalmente fu costretto a ritirarsi, restando o morti o presi molti de’ suoi, né tanto della turba imperita e ignobile quanto de’ soldati piú feroci e della nobiltá ferrarese; tra i quali Ercole Cantelmo, giovane di somma espettazione, i maggiori del quale aveano giá dominato nel reame di Napoli il ducato di Sora: il quale condotto prigione in su una galea, e venuti in quistione gli schiavoni di cui di loro dovesse essere prigione, gli fu da uno di essi, con inaudito esempio di barbara crudeltá, miserabilmente troncata la testa. Per le quali cose parendo a ciascuno che la cittá di Ferrara non fusse senza pericolo, Ciamonte vi mandò in soccorso Ciattiglione con cento cinquanta lancie franzesi; e il pontefice, sdegnatosi che i viniziani l’avessino assaltata senza rispetto della superioritá che vi ha la Chiesa, ordinò che i suoi dugento uomini d’arme che erano in aiuto di Cesare si volgessino alla difesa di Ferrara: ma sarebbono state per avventura tarde queste provisioni se i viniziani non fussino stati costretti di pensare alla difesa delle cose proprie.


XIV

I veneziani per la minacciata espugnazione di Vicenza ritirano parte delle milizie dal ferrarese. Rotta dell’armata veneziana sul Po.

Non erano, come è detto di sopra, state moleste al re di Francia le difficoltá che aveva Massimiliano, parte per il timore che ebbe sempre delle prosperitá sue parte perché, ardendo di desiderio di insignorirsi della cittá di Verona, sperava che per le sue necessitá glien’avesse finalmente a concedere, o in vendita o in pegno; ma da altra parte gli dispiaceva che la grandezza de’ viniziani risorgesse, dalla quale sarebbe risultato molestia e pericolo continuo alle cose sue: però, essendo per la penuria de’ danari molto deboli le provisioni di Cesare in