Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/307


libro ottavo ‐ cap. x 301

e onori: ammirabile se si considerano o le doti ricevute dalla natura, o le cose che dimostrano la grandezza quasi perpetua della prospera fortuna, o quelle per le quali apparisce la virtú e la nobiltá degli animi degli abitatori. Perché è stupendissimo il sito suo; posta, unica nel mondo, tra l’acque salse, e congiunte in modo tutte le parti sue che in uno tempo medesimo si gode la comoditá dell’acqua e il piacere della terra; e sicura, per non essere posta in terra ferma, dagli assalti terrestri; sicura, per non essere posta nella profonditá del mare, dagli assalti marittimi. E quanto sono maravigliosi gli edifici publici e privati! edificati con incredibile spesa e magnificenza, e pieni di ornatissimi marmi forestieri e di pietre singolari condotte in questa cittá da tutte le parti del mondo; e quanto ci sono eccellenti le pitture le statue le sculture gli ornamenti de’ musaici e di tante bellissime colonne e d’altre cose simiglianti! E quale cittá si truova al presente ove sia maggiore concorso delle nazioni forestiere? che vengono qui, parte per abitare in questa libera e quasi divina stanza sicuramente, parte per esercitare i loro commerci; onde Vinegia è piena di grandissime mercatanzie e faccende, onde crescono continuamente le ricchezze de’ nostri cittadini, onde la republica ha tanta entrata del circuito solo di questa cittá quanta non hanno molti re degli interi regni loro. Lascio andare la copia de’ letterati in ogni scienza e facoltá, la qualitá degli ingegni e la virtú degli uomini, dalla quale congiunta con le altre condizioni è nata la gloria delle cose fatte, maggiori da questa republica e dagli uomini nostri che da’ romani in qua abbia fatto patria alcuna. Lascio andare quanto sia maraviglioso vedere in una cittá nella quale non nasca cosa alcuna, e che sia pienissima di abitatori, abbondare ogni cosa. Fu il principio della cittá nostra ristretto in su questi soli scogli sterili e ignudi, e nondimeno, distesasi la virtú degli uomini nostri prima ne’ mari piú vicini e nelle terre circostanti, dipoi ampliatasi con felici successi ne’ mari e nelle provincie piú lontane, e corsa insino nell’ultime parti dello Oriente, acquistò per terra e per mare tanto imperio, e tennelo sí lungamente,