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giunta la terra di Fiume, tentò di occupare la cittá di Triesti, ma non gli succedendo, ricuperò per forza Raspruchio, e dipoi si ritirò colle galee verso Vinegia: rimanendo lacrimabile lo stato del Friuli e della Istria, perché essendovi piú potenti ora i viniziani ora i tedeschi, quelle terre che prima avea preso e saccheggiato l’uno recuperava e saccheggiava poi l’altro; accadendo molte volte questo medesimo: di modo che, essendo continuamente in preda le facoltá e la vita delle persone, tutto ’l paese orribilmente si consumava e distruggeva.

Ne’ quali accidenti dell’armi temporali si disputava in Roma sopra l’armi spirituali: ove, insino innanzi alla recuperazione di Padova, erano entrati con abito e con parole miserabili i sei oratori del senato viniziano; i quali, essendo consueti a entrarvi con pompa e fasto grandissimo e concorrendo loro incontro tutta la corte, non solo non erano stati né onorati né accompagnati, ma entrativi, perché cosí volle il pontefice, di notte né ammessi al cospetto suo, andavano a trattare in casa il cardinale di Napoli, con lui e con altri cardinali e prelati deputati; opponendosi grandemente perché non ottenessino l’assoluzione dalle censure gl’imbasciadori del re de’ romani del re cristianissimo e del re cattolico, e in contrario affaticandosi per loro palesemente l’arcivescovo eboracense, mandato per questa cagione principalmente da Enrico ottavo, succeduto pochi mesi avanti, per la morte di Enrico settimo suo padre, nel regno di Inghilterra.


X

Preparativi de’ veneziani per la difesa di Padova; orazione del doge in senato. I giovani della nobiltá veneziana accorrono alla difesa di Padova. Massimiliano corre il contado, mentre la cittá viene sempre piú fortificata e approvvigionata.

Ma espettazione di cose molto maggiori occupava in questo tempo gli animi di tutti gli uomini: perché Cesare, raccogliendo tutte le forze che per se stesso poteva e che gli erano concedute da molti, si preparava per andare con eser-