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libro ottavo ‐ cap. ix 291

dova non era quasi soldato alcuno per lui, ed egli, con la sua tarditá raffreddando la caldezza degli uomini delle terre, si trasferisce con poca gente, spesso e con presta variazione, da luogo a luogo, i viniziani non pretermetterono l’opportunitá che se gli offerse di recuperare Padova, indotti a questo da molte ragioni: perché lo avere ritenuto Trevigi gli aveva fatto riconoscere quanto fusse stato inutile l’avere con sí precipitoso consiglio disperato sí subito dello imperio di terra ferma, e perché per la tarditá degli apparati di Massimiliano si temeva manco l’uno dí che l’altro di lui; stimolati ancora non poco perché volendo condurre a Vinegia le entrate de’ beni che i particolari viniziani tenevano, molti, nel contado di Padova, era stato dinegato dai padovani. In modo che, congiunto lo sdegno dei privati con la utilitá publica, e invitandogli il sapere Padova essere male provista di gente, e che, per le insolenze che i gentiluomini di Padova usavano con la plebe, molti ricordatisi della moderazione del governo viniziano cominciavano a desiderare il primo dominio, deliberorono fare esperienza di recuperarla; e a questo dava loro occasione non piccola che la piú parte de’ contadini del padovano era ancora a loro divozione. E perciò fu stabilito che Andrea Gritti, uno de’ proveditori, lasciato a dietro l’esercito che era di quattrocento uomini d’arme piú di dumila tra stradiotti e cavalli leggieri e cinquemila fanti, andasse a Novale nel padovano, e unitosi nel cammino con una parte de’ fanti che, accompagnati da molti contadini, erano stati mandati alla villa di Mirano si dirizzasse verso Padova per assaltare la porta di Codalunga; e che nel tempo medesimo dumila villani con trecento fanti e alcuni cavalli assaltassino, per confondere piú gli animi di quegli di dentro, il portello che è nella parte opposita della cittá: e che, per occultare piú questi pensieri, Cristoforo Moro, l’altro proveditore, dimostrasse di andare a campo alla terra di Cittadella. Il quale disegno bene ordinato non ebbe però maggiore ordine che felicitá. Perché i fanti, arrivati a grande ora del dí, trovorno la porta di Codalunga mezza aperta, perché poco innanzi erano per sorte entrati dentro per quella alcuni