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libro ottavo ‐ cap. iv 269

sione tacita che e’ non ardissino di venire alla battaglia, stette fermo per quattro ore innanzi allo alloggiamento loro con tutto l’esercito ordinato alla battaglia, non facendo essi altro moto che di volgersi, senza abbandonare il sito forte, alla fronte de’ franzesi in ordinanza: nel qual tempo condotta da una parte de’ soldati del re l’artiglieria alle mura di Rivolta, fu in poche ore presa per forza; ove alloggiò la sera medesima il re con tutto l’esercito, angustiato nell’animo, e non poco, del modo col quale procedevano gli inimici, il consiglio de’ quali tanto piú laudava quanto piú gli dispiaceva. Ma per tentare di condurgli per necessitá a quel che non gli induceva la volontá, dimorato che fu un giorno a Rivolta, abbruciatala nel partirsi, mosse l’esercito per andare ad alloggiare a Vaila o a Pandino la notte prossima, sperando da qualunque di questi due luoghi potere comodamente impedire le vettovaglie che da Cremona e da Crema venivano agli inimici, e cosí mettergli in necessitá di abbandonare l’alloggiamento nel quale insino ad allora erano stati. Conoscevano i capitani viniziani quali fussino i pensieri del re, né dubitavano essere necessario di mettersi in uno alloggiamento forte propinquo agli inimici, per continuare di tenergli nelle medesime difficoltá e impedimenti; ma il conte di Pitigliano consigliava che si differisse il muoversi al dí seguente; nondimeno fece instanza tanto ardente del contrario l’Alviano, allegando essere necessario il prevenire, che finalmente fu deliberato di muoversi subitamente.

Due erano i cammini, l’uno piú basso vicino al fiume dell’Adda ma piú lungo a condursi a’ luoghi sopradetti andandosi per linea obliqua, l’altro piú discosto dal fiume ma piú breve perché si andava per linea diritta, e (come si dice) questo per la corda dell’arco quello per l’arco. Per il cammino di sotto procedeva l’esercito del re, nel quale si dicevano essere piú di dumila lancie seimila fanti svizzeri e dodicimila tra guasconi e italiani, munitissimo di artiglierie e che aveva copia grande di guastatori; per il cammino di sopra, e a mano destra inverso lo inimico, procedeva l’esercito viniziano, nel quale si dicevano essere dumila uomini d’arme