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generale il conte di Pitigliano e governatore Bartolomeo d’Alviano, e vi erano proveditori in nome del senato Giorgio Cornaro e Andrea Gritti, gentiluomini chiari e molto onorati per l’ordinarie loro qualitá, e per la gloria acquistata l’anno passato, l’uno per le vittorie del Friuli l’altro per l’opposizione fatta a Roveré contro a’ tedeschi. Tra’ quali consultandosi in che maniera fusse da procedere nella guerra erano varie le sentenze, non solo tra gli altri ma tra ’l capitano e il governatore. Perché l’Alviano, feroce di ingegno e insuperbito per i successi prosperi dell’anno precedente, e pronto a seguitare le occasioni sperate e di incredibile celeritá cosí nel deliberare come nell’eseguire, consigliava che, per fare piú tosto la sedia della guerra nel paese degli inimici che aspettare fusse trasferita nello stato proprio, si assaltasse, innanzi che ’l re di Francia passasse in Italia, il ducato di Milano. Ma il conte di Pitigliano, o raffreddato il vigore dell’animo (come diceva l’Alviano) per la vecchiezza o considerando per la lunga esperienza con maggiore prudenza i pericoli, e alieno dal tentare senza grandissima speranza la fortuna, consigliava che disprezzata la perdita delle terre della Ghiaradadda, che non rilevavano alla somma della guerra, l’esercito si fermasse appresso alla terra degli Orci, come giá nelle guerre tra’ viniziani e il ducato di Milano aveano fatto Francesco Carmignuola e poi Iacopo Piccinino, famosi capitani de’ tempi loro; alloggiamento molto forte per essere in mezzo tra’ fiumi dell’Oglio e del Serio, e comodissimo a soccorrere tutte le terre del dominio viniziano: perché se i franzesi andassino ad assaltargli in quello alloggiamento potevano, per la fortezza del sito, sperarne quasi certa la vittoria; ma se andassino a campo [a] Cremona o Crema o Bergamo o Brescia, potrebbono per difesa di quelle accostarsi coll’esercito in luogo sicuro, e infestandogli, con tanto numero di cavalli leggieri e stradiotti che avevano, le vettovaglie e l’altre comoditá, impedirebbeno loro il prendere qualunque terra importante. E cosí, senza rimettersi in potestá della fortuna, potersi facilmente difendere lo imperio viniziano da cosí potente e impetuoso assalto del