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facilmente agli appetiti loro come fanno gli uomini privati; perché assuefatti a essere adorati ne’ regni suoi, e intesi e ubbiditi a cenni, non solo sono elati e insolenti ma non possono tollerare di non ottenere quello che gli pare giusto (e giusto pare ciò che desiderano), persuadendosi di potere spianare con una parola tutti gli impedimenti e superare la natura delle cose; anzi si recono a vergogna il ritirarsi per le difficoltá dalle loro inclinazioni, e misurano comunemente le cose maggiori con quelle regole con le quali sono consueti a procedere nelle minori, consigliandosi non con la prudenza e con la ragione ma con la volontá e alterezza: de’ quali vizi comuni a tutti i príncipi, non sará giá alcuno che dica che i franzesi non partecipino. Non vedemmo noi frescamente l’esempio del regno di Napoli? che dal re di Francia, indotto da ambizione e da inconsiderazione, fu consentita la metá al re di Spagna per avere egli l’altra metá; non pensando quanto indebolisse la sua potenza, unica prima tra tutti gl’italiani, il mettere in Italia un altro re, eguale a lui di potenza e d’autoritá. Ma che andiamo noi per congetture in quelle cose delle quali abbiamo la certezza? Non è egli cosa notissima quel che trattò il cardinale di Roano, con questo medesimo Massimiliano, a Trento, di dividersi il nostro stato? non si sa egli che poi a Bles fu conchiusa tra loro la medesima pratica, e che ’l medesimo cardinale, andato in Germania per questo, ne riportò la ratificazione e il giuramento di Cesare? Non ebbono effetto questi accordi, io lo confesso, per qualche difficoltá che sopravenne; ma chi ci assicura, che poiché la intenzione principale è stata la medesima, che non si possi trovare mezzo alle difficoltá che hanno disturbato il desiderio comune? Però considerate diligentemente, dignissimi senatori, i pericoli imminenti, e il carico e infamia che appresso a tutto il mondo oscurerá il nome chiarissimo della prudenza di questo senato se, misurando male la condizione delle cose presenti, permetteremo che altri si faccia formidabile, a offesa nostra, di quell’armi che ci sono offerte a sicurtá e augumento nostro; e vogliate, in beneficio della patria vostra, considerare quanta