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libro settimo ‐ cap. ix 215

radori lo spaventava, considerando che ancora duravano le medesime cagioni: nella quale ambiguitá differiva a risolversi, aspettando di intendere prima quel che si deliberasse nella dieta; e perciò, procedendo con termini generali, aveva commesso al legato che confortasse in nome suo Cesare a passare in Italia senza esercito, offerendogli maggiori onori che mai da pontefice alcuno fusseno stati fatti nella incoronazione degli imperadori.

Ma cominciò non molto poi a diminuire l’espettazione delle deliberazioni della dieta: perché, come in Germania si seppe che il re di Francia aveva subito dopo la vittoria de’ genovesi licenziato l’esercito, e che poi quanto piú presto aveva potuto si era ritornato di lá da’ monti, si raffreddò molto l’ardore de’ príncipi e de’ popoli, essendo cessato il timore che egli tentasse di usurpare il pontificato e lo imperio, né essendo in tanta considerazione gli altri interessi publici che, come il piú delle volte accade, non fussino superati dagli interessi privati; perché, oltre all’altre cagioni, era desiderio inveterato in tutta Germania che la grandezza degli imperadori non fusse tale che gli altri fussino costretti a ubbidirlo. Né aveva il re di Francia mancato di diligenza alcuna alla causa sua: perché a Gostanza mandò occultamente uomini propri, i quali, non si dimostrando in publico ma procedendo secretissimamente, si sforzavano con occulto favore de’ príncipi amici suoi di mitigare gli animi degli altri, purgando le infamie che gli erano state date con l’evidenza degli effetti; poiché, come ebbe ridotta Genova all’ubbidienza sua, aveva cosí subitamente licenziato l’esercito, ed egli, benché rimasto in Italia senza armi, essersene quanto piú presto aveva potuto ritornato di lá da’ monti; e affermando che non solo si era sempre astenuto con l’opere da offendere l’imperio romano ma, in qualunque confederazione convenzione o obligazione che avea fatta, avere sempre eccettuato di non volere essere tenuto a cosa alcuna contro alle ragioni del sacro imperio: e nondimeno, non confidando tanto di queste giustificazioni che non attendessino con diligenza grande, e con la mano