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libro settimo ‐ cap. viii 209

tuosissime vesti e di altri ricchissimi ornamenti. Con la quale celebritá furono dal re di Francia accompagnati il re e la reina di Aragona al castello, deputato per suo alloggiamento, il quale ha l’uscita in sul mare, e assegnata alla sua corte la metá della cittá contigua a quello; alloggiando il re di Francia nelle case del vescovado, che sono di fronte al castello. Spettacolo certamente memorabile, vedere insieme due re potentissimi tra tutti i príncipi cristiani, stati poco innanzi sí acerbissimi inimici, non solo reconciliati e congiunti di parentado ma, deposti tutti i segni dell’odio e della memoria delle offese, commettere ciascuno di loro la vita propria in arbitrio dell’altro, con non minore confidenza che se sempre fussino stati concordissimi fratelli; onde si dava occasione di ragionamenti a quegli che erano presenti, quale de’ due re avesse dimostrato maggiore confidenza; ed era celebrata, da molti, piú quella del re di Francia, che primo si fusse messo in potestá dell’altro, non sicuro con altro legame che della fede, perché non era congiunta in matrimonio a lui una nipote del re di Aragona, non aveva quell’altro maggiore cagione di vergognarsi perché prima fusse stata osservata la fede a lui, ed era piú verisimile il sospetto che Ferdinando desiderasse di assicurarsi di lui per stabilirsi meglio il reame di Napoli. Ma da molti altri era piú predicata la confidenza di Ferdinando, che non per tempo brevissimo, come il re di Francia, ma per spazio di piú dí si fusse rimesso in potestá sua; perché avendolo spogliato di uno regno tale, con tanto danno delle sue genti e con tanta ignominia del suo nome, aveva da temere che grande fusse l’odio e il desiderio della vendetta, e perché s’aveva a sospettare piú dove era maggiore il premio della perfidia. Del fare prigione il re di Francia non riportava Ferdinando molto frutto, per essere in modo ordinato, con le sue leggi e consuetudini, il reame di Francia che non per questo diminuiva molto di forze e di autoritá; ma fatto prigione Ferdinando non era dubbio che, per avere eredi di piccolissima etá, per essergli reame nuovo il reame di Napoli, e perché gli altri regni suoi e quello di Castiglia sarebbeno stati per