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i gentiluomini e i popolari: perché i popolari, non volendo sopportare la superbia della nobiltá, raffrenorno la potenza loro con molte severissime e asprissime leggi; e infra le altre, avendo lasciata loro porzione determinata in quasi tutti gli altri magistrati e onori, gli esclusono particolarmente dalla degnitá del doge, il quale magistrato, supremo a tutti gli altri, si concedeva per tutta la vita di chi era eletto: benché, per la instabilitá di quella cittá, a niuno forse o a pochissimi fu permesso continuare tanto onore insino alla morte. Ma non è divisione manco potente quella tra gli Adorni e i Fregosi, i quali di case popolari diventati cappellacci (cosí chiamano i genovesi coloro che sono ascesi a molta grandezza) contendono insieme la degnitá del doge, continuata molti anni quasi sempre in una di loro. Perché i gentiluomini, guelfi e ghibellini, non potendo essi per la proibizione delle leggi conseguirla, procuravano che la fusse conferita ne’ popolari della fazione medesima, e favorendo i ghibellini [gli Adorni] i guelfi [i Fregosi] si feciono in progresso di tempo queste due famiglie piú illustri e piú potenti di quegli il nome de’ quali e l’autoritá solevano prima seguitare. E si confondono in modo tutte queste divisioni che spesso quegli che sono d’una medesima parte, contro alla parte opposita, sono eziandio tra se medesimi divisi in varie parti, e per contrario congiunti in una parte con quegli che seguitano un’altra parte. Ma cominciò questo anno ad accendersi altercazione tra i gentiluomini e i popolari; la quale, avendo principio dalla insolenza di alcuni nobili e trovando per l’ordinario gli animi dell’una parte e dell’altra male disposti, si convertí prestamente da contenzioni private in discordie publiche, piú facili a generarsi nelle cittá, come era allora Genova, molto abbondanti di ricchezze: le quali trascorsono tanto oltre che ’l popolo, concitato tumultuosamente all’armi e ammazzato uno della famiglia d’Oria e feriti alcuni altri gentiluomini, ottenne, piú con la violenza che con la volontá libera de’ cittadini, che ne’ consigli publici, ne’ quali intervennono pochissimi della nobiltá, si statuisse il dí seguente che degli uffici, i quali prima si dividevano tra i nobili e i po-