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libro settimo ‐ cap. iii 181

da Bologna, e fermarsi in qualunque luogo volessino del ducato di Milano; avessino facoltá di vendere o di cavare di Bologna tutti i mobili loro, né fussino molestati ne’ beni immobili che con giusto titolo possedevano: le quali cose conchiuse si partirono subito da Bologna, ottenuto da Ciamonte, al quale dettono dodicimila ducati, amplissimo salvocondotto, con promessa per scrittura di fargli osservare quanto si conteneva nella protezione del re, e che potessino sicuramente abitare nello stato di Milano. Partiti i Bentivogli, il popolo di Bologna mandò subito oratori al pontefice a dargli liberamente la cittá né dimandare altro che l’assoluzione delle censure, e che i franzesi non entrassino in Bologna. I quali, mal pazienti di regola alcuna, accostatisi alle mura, feciono forza d’entrare; ma essendo fatto loro resistenza dal popolo si alloggiorono appresso alle mura tra le porte di San Felice e di Saragosa, in sul canale il quale, derivato dal fiume del Reno, passando per Bologna, conduce le navi al cammino di Ferrara; non sapendo essere in potestá de’ bolognesi con l’abbassare, nel luogo ove l’acqua del canale entra nella cittá, una graticola di ferro, inondare il paese circostante: il che avendo fatto, il canale gonfiato d’acque inondò il luogo basso dove alloggiavano i franzesi; i quali, lasciate nel fango le artiglierie e molti carriaggi, si ritirorono tumultuosamente al Ponte al Reno, dove stetteno insino all’entrata del pontefice in Bologna: il quale con grandissima pompa e con tutte le cerimonie pontificali vi entrò molto solennemente il dí dedicato a san Martino. Cosí con grandissima felicitá de’ bolognesi venne in potestá della Chiesa la cittá di Bologna, cittá numerata meritamente, per la frequenza del popolo per la fertilitá del territorio e per la opportunitá del sito, tra le piú preclare cittá d’Italia. Nella quale benché il pontefice, costituiti i magistrati nuovi a esempio degli antichi, riservasse in molte cose segni e imagine di libertá, nondimeno in quanto allo effetto la sottomesse del tutto all’ubbidienza della Chiesa: liberalissimo in questo che, concedendo molte esenzioni, si sforzò, come medesimamente fece in tutte l’altre cittá, di