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il cardinale di San Piero a Vincola e altri prelati grati al pontefice possedevano nello stato di Milano), nondimeno, avendo da altra parte cominciato a temere di Cesare e del figliuolo e perciò, desideroso della amicizia del pontefice, rimessi i sequestri fatti, mandò nel principio di questo anno il vescovo di Sisteron, nunzio apostolico appresso a sé, a proporgli vari disegni e fare varie offerte contro a’ viniziani; contro a’ quali sapeva perseverare la sua pessima intenzione per il desiderio di recuperare le terre di Romagna, con tutto che insino a quel dí fusse proceduto in tutte le cose con tanta quiete che aveva suscitato negli uomini ammirazione non mediocre che colui il quale, quando era cardinale, era sempre stato pieno di pensieri vasti e smisurati, e che a tempo di Sisto e di Innocenzio e poi di Alessandro pontefici era stato molte volte instrumento di turbare Italia, avesse ora, promosso al pontificato, sedia comunemente della ambizione e delle azioni inquiete, deposto quegli spiriti sí ardenti, e dimenticatosi della grandezza dell’animo della quale aveva sempre fatto ambiziosa professione, non facesse, non che altro, segno di risentirsi delle ingiurie e di essere simile a se medesimo.

Ma in Giulio era intenzione molto diversa; e deliberato di superare l’espettazione conceputa, aveva atteso e attendeva, contro alla consuetudine della sua pristina magnanimitá, ad accumulare con ogni studio somma grandissima di pecunia, acciò che alla volontá che aveva di accendere guerra fusse aggiunto la facoltá e il nervo di sostenerla: e trovandosi in questo tempo giá non poco abbondante di danari, cominciava a scoprire i suoi pensieri indiritti a cose grandissime. Però, raccolto e udito molto lietamente il vescovo di Sisteron, l’aveva espedito indietro con prontezza grande a trattare nuovo restringimento tra loro: al quale, per disporre meglio l’animo del re e del cardinale di Roano, promesse, per breve portato dal medesimo Sisteron, la degnitá del cardinalato a’ vescovi di Aus e di Baiosa. E nondimeno, in tanto ardore, si distraeva qualche volta l’animo suo in vari scrupoli e difficoltá. Perché, o per odio che occultamente avesse conceputo contro al re,