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s’amministravano, né l’uno piú che l’altro si arrogava della autoritá e del governo di quello reame. Ma per la morte di Elisabeth senza figliuoli maschi apparteneva la successione di Castiglia, per le leggi di quel regno, che attendendo piú alla prossimitá che al sesso non escludono le femmine, a Giovanna figliuola comune di Ferdinando e di lei, moglie dell’arciduca: perché la figliuola maggiore di tutte, che era stata congiunta a Emanuel re di Portogallo, e uno piccolo fanciullo nato di quella erano molto prima passati all’altra vita. Onde Ferdinando, non aspettando piú a lui, finito il matrimonio, l’amministrazione del regno dotale, aveva a ritornare al piccolo regno suo di Aragona, piccolo a comparazione del regno di Castiglia per la strettezza del paese e dell’entrate e perché i re aragonesi, non avendo assoluta l’autoritá regia in tutte le cose, sono in molte sottoposti alle costituzioni e alle consuetudini di quelle provincie, molto limitate contro alla potestá de’ re. Ma Elisabeth, quando fu vicina alla morte, nel testamento dispose che Ferdinando mentre viveva fusse governatore di Castiglia; mossa o perché, essendo sempre vivuta congiuntissima con lui, desiderava si conservasse nella pristina grandezza o perché, secondo diceva, conosceva essere piú utile a’ suoi popoli il continuare sotto il governo prudente di Ferdinando, né meno al genero e alla figliuola; a’ quali, poiché alla fine aveano similmente a succedere a Ferdinando, sarebbe beneficio non piccolo che insino a tanto che Filippo, nato e nutrito in Fiandra ove le cose si governano diversamente, pervenisse a piú matura etá e a maggiore cognizione delle leggi delle consuetudini delle nature e de’ costumi di Spagna, fussino conservati loro sotto pacifico e ordinato governo tutti i regni, mantenendosi in questo mezzo come uno corpo medesimo la Castiglia e l’Aragona.