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libro sesto ‐ cap. x 137

Ostia, gli avea fatto; con tutto che allegasse che, avendogli comandato i suoi re che lo facesse prigione, prevaleva il comandamento loro al suo salvocondotto, perché la sicurtá data di propria autoritá dal ministro non era valida piú che si fusse la volontá del signore. Soggiugnendo oltre a questo essere stata cosa necessaria il ritenerlo, perché, non contento di tante iniquitá che per l’addietro aveva commesse, procurava di alterare per l’avvenire gli stati d’altri, macchinare cose nuove seminare scandoli e fare nascere in Italia incendi perniciosi. E poco dipoi lo mandò in su una galea sottile prigione in Ispagna, non servito da altri de’ suoi che da uno paggio, ove fu incarcerato nella rocca di Medina del Campo.

Fecesi circa a questi tempi medesima tregua per terra e [per] mare, cosí per le cose d’Italia come di lá da’ monti, tra ’l re di Francia e i re di Spagna; alla quale, desiderata molto dal re di Francia, acconsentirno volentieri i re di Spagna perché giudicorno essere meglio stabilire per questo mezzo, con maggiore sicurtá e quiete, l’acquisto fatto che per mezzo di nuove guerre; le quali essendo piene di molestia e di spese hanno spesse volte fine diverso dalle speranze. Le condizioni furono che ciascuno ritenesse quello possedeva: fusse libero per tutti i regni e stati di ciascuna delle parti il commercio a’ sudditi loro, eccetto che nel reame di Napoli: con la quale eccezione ottenne per via indiretta il gran capitano quel che gli era proibito direttamente, perché nelle frontiere de’ luoghi tenute da’ franzesi, che erano solamente in Calavria Rossano, in Terra d’Otranto Oira e in Puglia Venosa, Conversano e Casteldelmonte, pose genti che proibissino che alcuno o de’ soldati o degli uomini di quelle terre non conversassino in luogo alcuno posseduto dagli spagnuoli; la quale cosa gli ridusse prestamente in tale strettezza che vedendo Luigi d’Ars e gli altri soldati e baroni di quelle terre che gli uomini, non potendo tollerare tante incomoditá, deliberavano d’arrendersi agli spagnuoli, se ne partirono. E nondimeno il reame di Napoli, benché per tutto ne fussino stati cacciati gli inimici,