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libro sesto ‐ cap. ix 131

Onde allettati gli spagnuoli dalla facilitá dell’occuparle e dalla ricchezza della preda, perché in esse sono state trovate vene abbondantissime d’oro, cominciorno molti di loro come in domicilio proprio ad abitarvi. E penetrato Cristoforo Colombo piú oltre, e dopo lui Amerigo Vespucci fiorentino e successivamente molti altri, hanno scoperte altre isole e grandissimi paesi di terra ferma; e in alcuni di essi, benché in quasi tutti il contrario e nell’edificare publicamente e privatamente, e nel vestire e nel conversare, costumi e pulitezza civile, ma tutte genti imbelli e facili a essere predate: ma tanto spazio di paesi nuovi che sono ‑ senza comparazione maggiore spazio che l’abitato che prima era a notizia nostra. Ne’ quali distendendosi con nuove genti e con nuove navigazioni gli spagnuoli, e ora cavando oro e argento delle vene che sono in molti luoghi e dell’arene de’ fiumi, ora comperandone per prezzo di cose vilissime dagli abitatori, ora rubando il giá accumulato, n’hanno condotto nella Spagna infinita quantitá; navigandovi privatamente, benché con licenza del re e a spese proprie, molti, ma dandone ciascuno al re la quinta parte di tutto quello che o cavava o altrimenti gli perveniva nelle mani. Anzi è proceduto tanto oltre l’ardire degli spagnuoli che alcune navi, essendosi distese verso il mezzodí [cinquantatré] gradi sempre lungo la costa di terra ferma, e dipoi entrati in uno stretto mare e da quello per amplissimo pelago navigando nello oriente, e dipoi ritornando per la navigazione che fanno i portogallesi, hanno, come apparisce manifestissimamente, circuito tutta la terra. Degni, e i portogallesi e gli spagnuoli e precipuamente Colombo, inventore di questa piú maravigliosa e piú pericolosa navigazione, che con eterne laudi sia celebrata la perizia la industria l’ardire la vigilanza e le fatiche loro, per le quali è venuta al secolo nostro notizia di cose tanto grandi e tanto inopinate. Ma piú degno di essere celebrato il proposito loro se a tanti pericoli e fatiche gli avesse indotti non la sete immoderata dell’oro e delle ricchezze ma la cupiditá o di dare a se stessi e agli altri questa notizia o di propagare la fede cristiana: benché questo sia in qualche