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libro sesto ‐ cap. v 107

nella sua creazione da’ cardinali, era, ventisei dí dopo l’elezione, passato a vita migliore. Dopo la morte del quale essendosi differito dal collegio de’ cardinali alquanti dí l’entrare in conclave, perché vollono che prima uscissino di Roma gli Orsini, rimastivi per fare il numero delle genti della condotta loro, si stabilí fuori del conclave la elezione; perché il cardinale di San Piero a Vincola, potente di amici di riputazione e di ricchezze, aveva tirati a sé i voti di tanti cardinali che, non avendo ardire di opporsegli quegli che erano di contraria sentenza, entrando in conclave giá papa certo e stabilito, fu, con esempio incognito prima alla memoria degli uomini, senza che altrimenti si chiudesse il conclave, la notte medesima, che fu la notte dell’ultimo dí di ottobre, assunto al pontificato. Il quale, o risguardando al nome suo primo di Giuliano o, come fu la fama, per significare la grandezza de’ suoi concetti o per non cedere, eziandio nella eccellenza del nome, ad Alessandro, assunse il nome di Giulio; secondo, tra tutti i pontefici passati, di tale nome. Grande fu certamente la maraviglia universale che il pontificato fusse stato deferito, con tanta concordia, a uno cardinale il quale era notissimo essere di natura molto difficile e formidabile a ciascuno; e il quale, inquietissimo in ogni tempo e che aveva consumato la etá in continui travagli, aveva per necessitá offeso molti ed esercitato odii e inimicizie con molti uomini grandi. Ma apparirono da altra parte manifestamente le cagioni per le quali, superate tutte le difficoltá, fu esaltato a tanto grado. Perché, per essere stato lungamente cardinale molto potente, e per la magnificenza con la quale aveva sempre trapassato tutti gli altri e per la grandezza rarissima del suo animo, non solo aveva amici assai ma autoritá molto inveterata nella corte, e otteneva nome di essere precipuo difensore della degnitá e libertá ecclesiastica. Ma molto piú ve lo promossono le promissioni immoderate e infinite fatte da lui a cardinali a príncipi a baroni e a ciascuno che gli potesse essere utile a questo negozio, di quanto seppono dimandare. Ed ebbe oltre a ciò facoltá di distribuire danari e molti benefici e degnitá eccle-