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libro sesto ‐ cap. iv 99

con spesa grande erano state fortificate e ampliate da Alessandro. Ma non bastava questo né alla sicurtá sua né a quietare la cittá di Roma, ove ogni cosa era piena di sospetti e di tumulti. Perché Prospero Colonna era venutovi e tutta la parte colonnese avea prese l’armi; e Fabio Orsino, venuto alle case loro in Montegiordano, aveva con turba grande di partigiani degli Orsini abbruciati alcuni fondachi e case di mercatanti e cortigiani spagnuoli (contro al nome della quale nazione erano concitati gli animi quasi di ciascuno, per la memoria delle insolenze che avevano usate nel pontificato d’Alessandro), e sitibondo del sangue del Valentino congregava molti soldati forestieri, e sollecitava Bartolomeo d’Alviano, che allora era agli stipendi de’ veneziani, che venisse a vendicarsi, insieme con gli altri della famiglia loro, di tante ingiurie. Il Borgo e i Prati erano pieni di gente del Valentino; e i cardinali, giudicando non potere sicuramente congregarsi nel palazzo pontificale, si congregavano nel convento della chiesa della Minerva: nel qual luogo, fuora del costume antico, si cominciorono, ma piú tardi che ’l consueto, a fare le esequie d’Alessandro. Temevasi della venuta di Consalvo a Roma, massimamente perché Prospero Colonna avea lasciato a Marino certo numero di soldati spagnuoli, e perché per la riconciliazione del Valentino co’ Colonnesi si era creduto che egli avesse convenuto di seguitare la parte spagnuola. Ma molto piú si temeva che non vi venisse l’esercito franzese, proceduto insino a quel dí lentamente perché i consigli publici de’ svizzeri, spaventati per gl’infelici successi avuti da quella nazione nel regno di Napoli, erano stati molto sospesi innanzi concedessino a’ ministri del re che soldassino de’ fanti loro, e ricusando per la medesima cagione quasi tutti i capitani e fanti eletti di andarvi, erano stati soldati piú tardamente e dipoi stati lenti nel camminare. Ma per la morte del pontefice l’esercito, governato dal marchese di Mantova con titolo di luogotenente del re, e in compagnia sua, quanto all’effetto ma non in nome, dal baglí di Occan e da Sandricort (perché la Tramoglia ammalato s’era fermato a Parma) non aspettati i