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accresce troppo l’animo di chi ha volontá di opprimerci: e sapete quanto è piú facile opprimere chi ha giá cominciato a declinare che chi ancora si mantiene nel colmo della sua riputazione. Delle quali cose apparirebbono chiarissimamente gli effetti, e si sentirebbe presto lo stato nostro essere pieno di tumulti e di strepiti di guerra, se il timore che noi non ci congiugniamo col re di Francia non tenesse sospeso Lodovico: timore che non può lungamente tenerlo sospeso. Perché chi è quello che non conosca che il re, escluso dalla speranza della nostra confederazione, o si implicherá in imprese di lá da’ monti o, vinto dalle arti di Lodovico dalle corruttele e mezzi potentissimi che ha nella sua corte, fará qualche composizione con lui? Strigneci adunque a unirci col re di Francia la necessitá di mantenere l’antica degnitá e gloria nostra, ma molto piú il pericolo imminente e gravissimo che non si può fuggire con altro modo. E in questo ci si dimostra molto propizia la fortuna, poiché ci fa ricercare da uno tanto re di quel che aremmo a ricercarlo noi; offerendoci piú oltre sí grandi e sí onorati premi della vittoria, per i quali può questo senato proporsi alla giornata grandissime speranze, fabbricare ne’ suoi concetti grandissimi disegni, ottenendosi massime con tanta facilitá; perché chi dubita che da Lodovico Sforza non potrá essere a due potenze sí grandi e sí vicine fatta alcuna resistenza? Dalla quale deliberazione, se io non mi inganno, non debbe giá rimuoverci il timore che la vicinitá del re di Francia, acquistato che ará il ducato di Milano, ci diventi pericolosa e formidabile. Perché chi considera bene conoscerá che molte cose che ora ci sono contrarie allora ci saranno favorevoli; conciossiaché uno augumento tale di quel re insospettirá gli animi di tutta Italia, irriterá il re de’ romani e la nazione germanica per la emulazione e per lo sdegno che sia occupato da lui uno membro sí nobile dello imperio; in modo che quegli che noi temiamo che ora non siano congiunti con Lodovico a offenderci desidereranno allora, per l’interesse proprio, di conservarci e di essere congiunti con noi; ed essendo grande per tutto la riputazione del nostro dominio, grande la