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libro primo — cap. iv 27

reame di Francia. Essere, volendo procedere a questa espedizione, innanzi a ogni cosa necessario comporre le controversie co’ re vicini: perché con Ferdinando re di Spagna cagioni di discordie e di sospetti non mancavano; e con Massimiliano re de’ romani e con Filippo arciduca d’Austria suo figliuolo erano molte non solo emulazioni ma ingiurie; gli animi de’ quali non si potrebbono riconciliare senza concedere a essi cose dannosissime alla corona di Francia, e non di meno si riconcilierebbono piú con le dimostrazioni che con gli effetti: perché quale accordo basterebbe a assicurare che, sopravenendo all’esercito regio qualche difficoltá in Italia, non assaltassino il regno di Francia? né doversi sperare che in Enrico settimo re di Inghilterra non avesse forza maggiore l’odio naturale degli inghilesi contro a’ franzesi che la pace fatta con lui pochi mesi avanti; perché era manifesto avervelo tirato, piú che altra causa, il non corrispondere gli apparati del re de’ romani alle promesse con le quali l’avea indotto a porre il campo intorno a Bologna. Queste e altre simili ragioni si allegavano da’ signori grandi, parte tra loro medesimi parte col re, a dissuadere la nuova guerra: tra i quali la detestava, piú efficacemente che alcun altro, Iacopo Gravilla, ammiraglio di Francia, uomo al quale la fama inveterata in tutto il regno di essere savio conservava l’autoritá, benché gli fusse alquanto stata diminuita la grandezza. E nondimeno si porgeva in contrario con grande aviditá l’orecchio da Carlo: il quale, giovane d’anni ventidue, e per natura poco intelligente delle azioni umane, era traportato da ardente cupiditá di dominare e da appetito di gloria, fondato piú tosto in leggiera volontá e quasi impeto che in maturitá di consiglio; e prestando, o per propria inclinazione o per l’esempio e ammonizioni paterne, poca fede a’ signori e a’ nobili del regno, poi che era uscito della tutela di Anna duchessa di Borbone sua sorella, né udendo piú i consigli dell’ammiraglio e degli altri i quali erano stati grandi in quel governo, si reggeva col parere di alcuni uomini di piccola condizione, allevati quasi tutti a servigio della persona sua; de’ quali quegli di piú favore veementemente ne lo confortavano,