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libro quarto — cap. v 323

speranza d’avere seco congiunti i viniziani; i quali, infiammati da odio incredibile contro al duca di Milano, trattavano strettamente col re. Ma piú strettamente trattavano insieme il re e il pontefice. Il quale, escluso del parentado di Federigo, e continuando la medesima cupiditá del regno di Napoli, voltato tutto l’animo alle speranze franzesi, cercava di ottenere da quel re per il cardinale di Valenza Ciarlotta figliuola di Federigo, che non ricevuto ancora marito continuava di nutrirsi nella corte di Francia. Di che avendogli data speranza il re, in arbitrio del quale pareva che fusse il maritarla, il cardinale entrato una mattina in concistorio supplicò al padre e agli altri cardinali che, atteso il non avere avuto mai l’animo inclinato alla professione sacerdotale, gli concedessino facoltá di lasciare la degnitá e l’abito, per seguitare quello esercizio al quale era tirato da’ fati. E cosí, preso l’abito secolare, si preparava ad andare presto in Francia; avendo giá il pontefice promesso al re la facoltá di fare con l’autoritá apostolica il divorzio con la moglie, e il re da altra parte obligatosi ad aiutarlo, come prima avesse acquistato lo stato di Milano, a ridurre alla ubbidienza della sedia apostolica le cittá possedute da’ vicari di Romagna, e a pagargli di presente trentamila ducati, sotto colore di essere necessitato tenere per sua custodia maggiori forze, come se il congiugnersi col re fusse per muovere molti in Italia a cercare insidiosamente di opprimerlo: per esecuzione delle quali convenzioni, e il re cominciò a pagare i danari e il pontefice commesse la causa del divorzio al vescovo di Setta suo nunzio e a [gli arcivescovi di Parigi e di Roano]. Nel quale giudicio, per suoi procuratori, contradiceva da principio la moglie del re; ma finalmente, avendo non meno a sospetto i giudici che la potenza dello avversario, si convenne con lui di cedere alla lite, ricevendo per sostentazione della sua vita la ducea di Berrí con trentamila franchi di entrata: e cosí, confermato il divorzio per sentenza de’ giudici, non si aspettava, per la dispensa e consumazione del nuovo matrimonio, altro che la venuta di Cesare Borgia; diventato giá, di cardinale e di arcivescovo di Valenza, soldato