Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/283


libro terzo — cap. xii 277

mille lancie e tremila svizzeri e numero pari di guasconi, commesse al Triulzio, luogotenente suo in Italia, che aiutasse Batistino e il Vincola; disegnando oltre a questi mandare dietro con grosso esercito il duca d’Orliens a fare in nome proprio l’impresa del ducato di Milano: e per facilitare quella di Genova mandò a’ fiorentini Ottaviano Fregoso a ricercargli che nel tempo medesimo assaltassino la Lunigiana e la riviera di levante, e ordinò che Pol Batista Fregoso con sei galee turbasse la riviera di ponente.

Cominciò questo movimento con tanto terrore del duca di Milano, il quale da se stesso non era preparato abbastanza, né aveva ancora gli aiuti che gli avevano promessi i viniziani, che se fusse stato continuato co’ mezzi debiti arebbe partorito qualche effetto importante; e piú facilmente nel ducato di Milano che a Genova, perché a Genova, essendosi per opera di Lodovico riconciliati Gianluigi dal Fiesco e gli Adorni, avevano soldati molti fanti e messa in ordine un’armata per mare, a spese de’ viniziani e di Lodovico: con la quale si congiunseno sei galee mandate da Federigo, perché il pontefice, ritenendo il nome di confederato piú ne’ consigli e nelle dimostrazioni che nelle opere, non volle in questi pericoli concorrere a spesa alcuna, né per terra né per mare. I progressi di questa espedizione furono che Batistino e con lui il Triulzio andorno a Novi, della quale terra Batistino, statone prima spogliato dal duca di Milano, riteneva la fortezza; per la venuta de’ quali il conte di Gaiazzo, che vi era a guardia con sessanta uomini d’arme dugento cavalli leggieri e cinquecento fanti, diffidandosi poterla difendere si ritirò a Serravalle. Per l’acquisto di Novi si augumentò non poco la riputazione de’ fuorusciti, perché oltre a essere terra capace di molta gente impedisce il transito da Milano a Genova; e per il sito nel quale è posta è molto opportuna a offendere i luoghi circostanti. Occupò dipoi Batistino altre terre vicine a Novi; e nel tempo medesimo il cardinale con dugento lancie e tremila fanti, presa Ventimiglia, s’accostò a Savona, ma non facendo quegli di dentro movimento alcuno, e inteso che Giovanni