Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/277


libro terzo — cap. xi 271

stato giá doge di quella cittá, e nel seguito che aveva il cardinale di San Piero in Vincola in Savona sua patria e in quelle riviere; e pareva gli aggiugnesse opportunitá l’essere in questo tempo discordi Gianluigi dal Fiesco e gli Adorni, e universalmente i genovesi malcontenti del duca di Milano per essere stato autore che nella vendita di Pietrasanta i lucchesi fussino stati preferiti a loro e perché, avendo poi promesso di farla ritornare nelle loro mani e usata a questo, per mitigare lo sdegno conceputo, l’autoritá de’ viniziani, gli aveva pasciuti molti mesi di vane speranze. Il timore di questa deliberazione del re costrinse Lodovico, il quale per le cose di Pisa era quasi alienato da’ viniziani, a unirsi di nuovo con loro, e a mandare a Genova quegli cavalli e fanti tedeschi che Cesare aveva lasciati in Italia: a’ quali se non fusse sopravenuta questa necessitá non sarebbe stata fatta alcuna provisione.

Le quali cose mentre che si trattano, il pontefice, parendogli di avere opportunitá grande d’occupare gli stati degli Orsini poiché i capi di quella famiglia erano ritenuti a Napoli, pronunziò nel concistorio, Verginio e gli altri, rebelli, e confiscò gli stati loro, per essere andati, contro a’ suoi comandamenti, agli stipendi de’ franzesi; il che fatto, assaltò, nel principio dell’anno mille quattrocento novantasette, le terre loro, avendo ordinato che i Colonnesi, da piú luoghi dove confinano con gli Orsini, facessino il medesimo. Fu questa impresa confortata assai dal cardinale Ascanio per l’antica amicizia sua co’ Colonnesi e dissensione con gli Orsini, e consentita dal duca di Milano; ma molesta a’ viniziani i quali desideravano di farsi benevola quella famiglia; e nondimeno, non potendo con giustificazione alcuna impedire che il pontefice proseguisse le sue ragioni, né essendo utile l’alienarselo in tempo tale, consentirono che il duca d’Urbino soldato comune andasse a unirsi con le genti della Chiesa, delle quali era capitano generale il duca di Candia e legato il cardinale di Luna pavese, cardinale dependente in tutto da Ascanio. E il re Federigo vi mandò in aiuto suo Fabrizio Colonna. Questo esercito,