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della salute comune, come allora e dappoi con magnifiche parole predicorono, ma la cupiditá sola di acquistare il dominio di Pisa, fu cagione che i viniziani facessino questa deliberazione; per la quale non dubitavano dovere in breve tempo adempiere il desiderio loro con volontá de’ pisani medesimi, i quali eleggerebbono volentieri di stare sotto l’imperio veneto per assicurarsi in perpetuo di non avere a ritornare nella servitú de’ fiorentini. E nondimeno questa cosa fu piú volte disputata nel senato lungamente, ritardandosi la inclinazione quasi comune per l’autoritá di alcuni senatori de’ piú vecchi e di maggiore riputazione, che molto efficacemente contradicevano; affermando che ’l farsi propria la difesa di Pisa era cosa piena di molte difficoltá, per essere quella cittá distante molto per terra da’ loro confini e molto piú distante per mare, non potendo essi andarvi se non per ricetti e porti di altri, e con lunga circuizione di tutti a due i mari da’ quali è cinta Italia; e però non si potere senza gravissime spese difendere dalle molestie continue de’ fiorentini. Essere verissimo che quello acquisto sarebbe molto opportuno allo imperio veneto, ma doversi prima considerare le difficoltá del conservarlo, e molto piú le condizioni de’ tempi presenti e che effetti potesse partorire questa deliberazione: perché essendo tutta Italia naturalmente sospettosa della grandezza loro, non potrebbe se non estremamente dispiacere a tutti uno augumento tale, il che facilmente partorirebbe maggiori e piú pericolosi accidenti che molti per avventura non pensavano; ingannandosi non mediocremente coloro che si persuadevano che gli altri potentati avessino oziosamente a comportare che allo imperio veneto, formidabile a tutti gli italiani, si aggiugnesse l’opportunitá sí grande del dominio di Pisa; i quali se bene non erano potenti come per il passato a vietarlo con le forze proprie, avevano da altra parte, poi che agli oltramontani era stata insegnata la strada del passare in Italia, maggiore occasione di opporsi loro col ricorrere agli aiuti forestieri; a’ quali non essere dubbio che prontamente ricorrerebbono e per odio e per timore, essendo vizio comune degli uomini volere piú tosto servire