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libro primo - cap. iii 13

disponesse Verginio a mitigare con qualche onesto modo l’animo del pontefice, accennandogli che altrimenti gravissimi scandoli da questo lieve principio nascere potrebbono. Ma piú liberamente e con maggiore efficacia ammuní molte volte Piero de’ Medici che, considerando quanto fusse stato opportuno a conservare la pace d’Italia che Lorenzo suo padre fusse proceduto come uomo di mezzo e amico comune tra Ferdinando e lui, volesse piú tosto seguitare l’esempio domestico, avendo massime a pigliare l’imitazione da persona stata di tanto valore, che, credendo a consigli nuovi, dare a altri cagione, anzi piú tosto necessitá, di fare deliberazioni le quali alla fine avessino a essere perniciose a ciascuno; e che si ricordasse quanto la lunga amicizia tra la casa Sforzesca e quella de’ Medici avesse dato all’una e all’altra sicurtá e riputazione, e quante offese e ingiurie avesse fatte la casa di Aragona al padre e a’ maggiori suoi e alla republica fiorentina, e quante volte Ferdinando, e prima Alfonso suo padre, avessino tentato di occupare, ora con armi ora con insidie, il dominio di Toscana.

Ma nocevano piú che giovavano questi conforti e ammunizioni, perché Ferdinando, stimando essergli indegno il cedere a Lodovico e a Ascanio, dagli stimoli de’ quali si persuadeva che la indegnazione del pontefice procedesse1, e spronato da Alfonso suo figliuolo, confortò secretamente Verginio che non ritardasse a ricevere, per virtú del contratto, la possessione delle castella, promettendo difenderlo da qualunque molestia gli fusse fatta; e da altra parte, governandosi con le naturali sue arti, proponeva col pontefice diversi modi di composizione, confortando nondimeno Verginio occultamente a non consentire se non a quegli per i quali, sodisfacendo al pontefice con qualche somma di danari, avesse a ritenersi le castella. Onde Verginio, preso animo, ricusò poi piú volte di quegli partiti i quali

  1. [A questo punto si aggiungeva (VI, I, 20), e fu poi cassato, verisimilmente dallo stesso autore, il seguente passo:] — come, secondo il costume degli uomini, erano in quella tranquillitá soliti a trattare le cose leggieri con la medesima contenzione di animo con la quale ne’ tempi difficili le piú gravi trattate arebbono.