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142 | storia d'italia |
facevano pessimi trattamenti: in modo che l’ardente desiderio che avevano avuto gli uomini di loro era giá convertito in ardente odio; e per contrario, in luogo dell’odio contro agli Aragonesi era sottentrata la compassione di Ferdinando, l’espettazione avutasi sempre generalmente della sua virtú, la memoria di quel dí che con tanta mansuetudine e costanza avea, innanzi si partisse, parlato a’ napoletani. Donde e quella cittá e quasi tutto il reame non con minore desiderio aspettavano occasione di potere richiamare gli Aragonesi che pochissimi mesi innanzi avessino desiderato la loro distruzione. Anzi giá cominciava a essere grato il nome tanto odioso d’Alfonso, chiamando giusta severitá quella che, insino quando vivente il padre attendeva alle cose domestiche del regno, solevano chiamare crudeltá, e sinceritá d’animo veridico quella che molt’anni avevano chiamata superbia e alterezza. Tale è la natura de’ popoli, inclinata a sperare piú di quel che si debbe e a tollerare manco di quel ch’è necessario, e ad avere sempre in fastidio le cose presenti; e specialmente degli abitatori del regno di Napoli, i quali tra tutti i popoli d’Italia sono notati di instabilitá e di cupiditá di cose nuove.
V
Aveva il re, insino innanzi si facesse la nuova lega, quasi stabilito di ritornarsene presto in Francia; mosso piú da leggiera cupiditá e dal desiderio ardente di tutta la corte che da prudente considerazione, perché nel reame restavano indecise innumerabili e importanti faccende di príncipi e di stati, né