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libro secondo — cap. iv 139

erano proceduti insino a tanto che l’avere i Colonnesi occupata Ostia, e le minaccie che dal re di Francia si facevano contro al pontefice, dettono loro piú onesta occasione di mandare fuora quel che aveano conceputo nell’animo: la quale abbracciando prontamente, feciono da Antonio Fonsecca loro imbasciadore protestare apertamente al re, quando era in Firenze, che secondo l’ufficio di príncipi cristiani piglierebbono la difensione del pontefice e del regno napoletano, feudo della Chiesa romana; e giá avendo cominciato a trattare co’ viniziani e col duca di Milano di collegarsi, intesa che ebbono la fuga degli Aragonesi, gli sollecitavano con grandissima instanza a intendersi con loro, per la sicurtá comune, contro a’ franzesi. Però finalmente, del mese di aprile, nella cittá di Vinegia, dove erano gli imbasciadori di tutti questi príncipi, fu contratta confederazione tra il pontefice il re de’ romani i re di Spagna i viniziani e il duca di Milano; il titolo e la publicazione della quale fu solamente a difesa degli stati uno dell’altro, riserbando luogo a chiunque volesse entrarvi con le condizioni convenienti. Ma giudicando tutti necessario di operare che ’l re di Francia non tenesse il reame di Napoli, fu ne’ capitoli piú secreti convenuto: che le genti spagnuole venute in Sicilia aiutassino Ferdinando di Aragona alla recuperazione di quel reame, il quale con speranza grande della volontá de’ popoli trattava di entrare nella Calavria, e che i viniziani nel tempo medesimo assaltassino con l’armata loro i luoghi marittimi; sforzassesi il duca di Milano, per impedire se di Francia venisse nuovo soccorso, di occupare la cittá di Asti, nella quale con piccole forze era rimasto il duca di Orliens; e che a’ re de’ romani e di Spagna fusse data dagli altri confederati certa quantitá di danari, acciocché ciascuno di loro rompesse con potente esercito la guerra nel regno di Francia.

Desiderorno oltre a queste cose i confederati che tutta Italia fusse unita in una medesima volontá, e perciò feceno instanza che i fiorentini e il duca di Ferrara entrassino nella medesima confederazione. Ricusò il duca, richiestone innanzi