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libro secondo — cap. ii 127

di tutta la cittá ordinare se medesima ad arbitrio suo: la quale potestá poiché la benignitá di Dio v’ha conceduta, non vogliate, nocendo sommamente a voi stessi e oscurando in eterno il nome della prudenza fiorentina, perdere l’occasione di fondare un reggimento libero, e sí bene ordinato che non solo, mentre che e’ durerá, faccia felici voi ma possiate promettervene la perpetuitá; e cosí lasciare ereditario a’ figliuoli e a’ discendenti vostri tale tesoro e tale felicitá, che giammai né noi né i passati nostri l’hanno posseduta o conosciuta. —

Queste furono le parole di Pagolantonio. Ma in contrario Guidantonio Vespucci, giurisconsulto famoso e uomo di ingegno e destrezza singolare, parlò cosí:

— Se il governo ordinato, prestantissimi cittadini, nella forma proposta da Paolantonio Soderini producesse sí facilmente i frutti che si desiderano, come facilmente si disegnano, arebbe certamente il gusto molto corrotto chi altro governo nella patria nostra desiderasse. Sarebbe perniciosissimo cittadino chi non amasse sommamente una forma di republica nella quale le virtú i meriti e il valore degli uomini fussino sopra tutte l’altre cose riconosciuti e onorati. Ma io non conosco giá come si possa sperare che uno reggimento collocato totalmente nella potestá del popolo abbia a essere pieno di tanti beni. Perché io so pure che la ragione insegna, che l’esperienza lo dimostra e l’autoritá de’ valent’uomini lo conferma, che in tanta moltitudine non si truova tale prudenza tale esperienza tale ordine per il quale promettere ci possiamo che i savi abbino a essere anteposti agli ignoranti, i buoni a’ cattivi, gli esperimentati a quegli che non hanno mai maneggiato faccenda alcuna. Perché, come da uno giudice incapace e imperito non si possono aspettare sentenze rette cosí da uno popolo che è pieno di confusione e di ignoranza non si può aspettare, se non per caso, elezione o deliberazione prudente o ragionevole. E quello che ne’ governi publici gli uomini savi, né intenti ad alcuno altro negozio, possono appena discernere noi crediamo che una moltitudine inesperta imperita composta di tante varietá d’ingegni di condizioni e di costumi, e tutta