Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/128

122 storia d'italia

quali il termine era propinquo; ed egli, ricevuto che gli ebbe, andato a Pisa, promettendo di restituire i fiorentini nella possessione della cittá, se ne ritornò senza avere fatto effetto alcuno; scusandosi d’avere trovati i pisani sí pertinaci che l’autoritá non era stata sufficiente a disporgli, né avere potuto costrignergli, perché dal re non aveva ricevuta questa commissione, né a sé, che era sacerdote, essere stato conveniente pigliare deliberazione alcuna della quale avesse a nascere effusione di sangue cristiano. Forní nondimeno di nuove guardie la cittadella nuova, e arebbe fornito la vecchia se glien’avessino consentito i pisani: i quali crescevano ogni dí d’animo e di forze, perché il duca di Milano, giudicando essere necessario che in Pisa fusse maggiore presidio e un condottiere di qualche esperienza e valore, v’aveva, benché coprendosi, con le solite arti, del nome de’ genovesi, mandato Lucio Malvezzo con nuove genti. Né recusando occasione alcuna di fomentare le molestie de’ fiorentini, acciocché fussino piú impediti a offendere i pisani, condusse Iacopo d’Appiano signore di Piombino e Giovanni Savello, a comune co’ sanesi, per dare loro animo a sostenere Montepulciano; la quale terra essendosi nuovamente ribellata da’ fiorentini a’ sanesi, era stata accettata da loro senza rispetto della confederazione che avevano insieme.

II

Discorso di Paolantonio Soderini intorno all’ordinamento interno di Firenze. Discorso di Guidantonio Vespucci sul medesimo argomento. Autoritá di Gerolamo Savonarola in Firenze. Ordinamento della repubblica.

Né erano in questo tempo i fiorentini in minore ansietá e travaglio per le cose intestine; perché, per riordinare il governo della republica, avevano, subito dopo la partita da Firenze del re, nel parlamento, che secondo gli antichi costumi loro è una congregazione della universitá de’ cittadini