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38 discorsi del machiavelli


e’ progressi suoi, e se Catone gli fu opposito, nacque o da inimicizia particulare, o da quella inclinazione che lui ebbe sempre contro alla nobilitá, non da utilitá publica; la santitá di chi, non scusa questa ingratitudine, perché e’ costumi di Catone furono santi, per essere pieno di quella antica severitá ed austeritá, ma non mancò giá di nota di ambizioso, di persecutore della nobilitá, di lingua immoderata e di acerbitá di natura, e lo mostrò in questa cosa, che morto ancora Scipione e cosí cessato ogni colore di potere allegare el sospetto, fu piú acerbo contro a Asiatico suo fratello.

Né voglio pretermettere che quello che dica el Discorso è molto alieno dalla veritá, che in una republica non ancora corrotta sia utile alla libertá che el popolo qualche volta offenda chi doverrebbe premiare, e sospetti di chi doverrebbe confidare; perché ogni ingratitudine, ogni ingiustizia è sempre perniziosa, e la republica debbe essere temperata in modo che sempre e’ buoni siano onorati e gli innocenti non spaventati. Confesso bene questo essere minore errore, lo astenersi qualche volta per sospetto di confidare de’ buoni, che non è el rimettersi in mano de’ cattivi; ma questa ragione non fa che el minore male sia bene, quando non s’ha necessitá di eleggere o l’uno o l’altro.

CAPITOLO XXX

[Quali modi debbe usare uno principe o una republica per fuggire questo vizio della ingratitudine; e quali quel capitano o quel cittadino per non essere oppresso da quella.]

Io laudo che uno principe vadia nelle espedizione personalmente, perché procedono con altra riputazione; ed altrimenti è servito da tutti e’ suoi che quando le amministra per capitani; e credo che el ricordo del Discorso sia forse necessario a uno tiranno o a chi non abbia bene fermo lo stato suo, ma di poco frutto a uno re grande e naturale. E ne ve-