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contenenti attacchi contro la religione o contro la Chiesa, perché può essere opera di qualsiasi copista o editore, ma al caso singo- lare dei nn. 65 e 112; dove B legge: «Io dissi giá a mio padre...», e «Fu bellissimo consiglio quello di mio padre...», e A: «Io dissi giá a un padre...», e «Fu bellissimo consiglio di chi consigliò...». Qualunque fosse il motivo che indusse a togliere il riferimento al padre di Francesco, (non fu certo per dare ai Ricordi un tono piú impersonale, perché i passi dove Francesco parlava in prima persona non vennero toccati), ci sembra che il curioso procedi- mento possa meglio attribuirsi a persona della famiglia che a un qualunque amanuense o editore. E non è a dire che se la prima o le prime copie fossero state fatte o dirette da individui di maggior elevatura intellettuale, sarebbero state piú fedeli. Che gli esemplatori piú colti fossero anche i piú audaci ci dimostra il Corbinelli. Se gli amanuensi delle copie ma- noscritte alterarono il testo piú spesso per negligenza o per non aver capito il loro esemplare, egli introdusse modifiche ed aggiunte col solo scopo evidente di... migliorare il suo testo. Diamo alcuni esempi fra tanti: n. 53: B (e A), E di poi quando bene è successo; Co, E, di poi quando ben riuscissero. — n. 75: B (e A), Quando piú si pensano le cose; Co, Quanto piú si pen- sano e ripensano le cose. — n. 78: B (e A): leggi Cornelio Tacito; Co, leggi con qualche studio Cornelio Tacito. — n. 82: B (e A), sanguinoso e bestiale; Co, sanguinoso, insolente e bestiale. —

n. 93: B (e A), che dette loro; Co, che dette loro con molta sua infamia. — n. 115: B (e A), piú presto a travaglio e cruciato di chi l’ha; Co, piú presto a travaglio e cruciato di chi l’ha che a riposo veruno. Casi simili, sebbene con minor frequenza, si trovano anche in fra Sisto. Cosi al n. 53: B (e A), per riducerla in libertá; Si, per rimetterla e liberarla da’ tiranni. Se tanto fecero i primi e piú dotti stampatori, che cosa ci vieta di supporre che Piero o altri, volendo far conoscere i Ri- cordi , si sieno creduti in dovere di emendare un testo che potè apparir loro troppo frettoloso e trascurato? In conclusione, non presumiamo certo di scartare senz’altro l’ipotesi del Barbi, ma ci sembra che egli non abbia raggiunto quella prova, l’onere della quale, per dirla coi giuristi, spettava al proponente. E finché altri documenti non diano una dimostra- zione perentoria, non ci riconosciamo il diritto di attribuire al