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nota 365

dove era in persona uno re di Francia, ed all’incontro non altro che capitani — io parlo in quanto al grado e degnitá di príncipi — di poca autoritá; lui fatto prigione con un altro re1, preso e morti tanti baroni e signori grandi e quasi tutta la nobilita di Francia, dissipata tutta la gente, e questo, si può dire, in spazio di una ora, con tanto poco sangue, con tanto poco danno de’ vincitori che io dubito che presso a’ posteri ará2 sí poca fede, quanto apresso a’ presenti ha molto3 di ammirazione4

4. Se lo accordo è fatto e la liberazione del re preceda ogni esecuzione, in modo che tutta la sicurtá dello imperadore consista in sulla fede ed in sugli statici che si daranno, si può sperare che el re di Francia liberato stimerá piú la conservazione del regno suo e della sua autoritá e di non restare in preda di Cesare, come resterebbe dandoli la Borgogna e la opportunitá di farsi signore di Italia, che el pegno de’ figliuoli, e tanto piú quanto sono piú grave le condizione alla Francia e piú disonorevole, e quanto ha cognosciuto Cesare piú alieno nel caso suo da ogni umanitá ed amorevolezza; in modo che non può restare tra loro altro che grandissimo sdegno ed odio; a che lo doverrebbe ancora inducere molto piú la facilitá di tirarsi in compagnia sua tutta Italia se vorrá opporsi a Cesare, in modo che potrá sperare con la via delle arme di riavere e’ figliuoli e la sua degnitá. Pure, perché potrebbe essere che stando lo accordo precedessi qualche esecuzione di importanza alla liberazione sua, in modo che gli fussi freno a osservare el resto, o pure che se bene sará liberato, ante omnia che la pazzia franzese o la mala fortuna nostra fussi causa che lui pigliassi altra via che quella che vorrebbe la ragione, tocca a Nostro Signore a pensare al caso suo e quid agendum doppo la perfezione di questo accordo, il che se bene non si può fare distintamente come si potrá quando si saranno bene intesi gli...

Finalmente, nella Filza XV, fasc. 10, si trova un frammento di Discorso che qui sotto riproduciamo, Discorso che il Guicciardini iniziò nel 1513 e lasciò interrotto. Le ragioni che indussero l’autore ad abbandonare la composizione sono spiegate da lui stesso nella nota seguente:

«In Spagna l’anno 1513, quando venne nuova che el re Luigi aveva recuperato Milano, il che poi non successe, anzi fu rotto a Novara; però non si finí.»

Di questo frammento l’Inventario Ridolfi non fa menzione.

  1. Con un altro re, aggiunto.
  2. Corr. su: troverrá.
  3. Corr. su: ha avuto assai.
  4. I nn. 1, 2, 3 sono cancellati dall’autore.