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sola meglio che ogni altro può cognoscere con animo cesareo quello che sia degno di Cesare, o inclinerá in questa opinione o almanco reputerá che le parole mie non naschino da pusillanimitá e poca intelligenzia delle cose del mondo, come forse potrebbe parere a molti.

Dico adunche arditamente, invittissimo principe, che el maggiore, el piú generoso, el piú glorioso partito e piú degno di sé, che Vostra Maestá possi pigliare, è operare che el re di Francia sia condotto in Spagna e condutto al conspetto suo liberarlo subito e rimandarlo nel suo regno sanza volere da lui né danari né stati né alcuna obligazione particulare di peso a lui o di preiudicio a altri príncipi, ma solo una buona e fraterna amicizia, con qualche stabilimento di capitulazione attinente a beneficio commune di tutti e’ cristiani, ed ancora che la deliberazione sia poderosissima e grandissima, non sono se io non mi inganno manco poderose o minore le ragione che mi muovono.

Principalmente ancora che in questa vittoria sí1 inusitata, sí grande, sia valuta assai la virtú di quelli capitani, la gagliardia e fede di quello esercito, ed in modo che Vostra Maestá abbi loro grandissima obligazione, non si può però negare che innanzi a tutto s’ha a ricognoscere da Dio non solo con quella ragione generale che tutte le cose umane si governano per sua voluntá ed hanno el moto da lui e tanto piú quanto sono maggiore, ma piú particolarmente perché non solo la vittoria è stata insperata ed al contrario di quello che si temeva, ma ancora perché la grandezza sua ed el modo con che si è avuta sono stati ammirabili; le quali cose dimostrano una voluntá piú speziale di Dio, el costume di chi non è di apparire personalmente agli uomini, né farsi vedere o udire, o ordinare che le cose si faccino per sé medesimo, ma farle succedere per mezzi umani, di fare però che vi si vegga drento una certa scintilla, una fiamma della sua mente ed operazione, il che in questo è apparito sí chiaro che bene è cieco ed attonito chi non l’ha veduto e cognosciuto. El re di Francia si trovava personalmente in Italia con uno esercito potentissimo, copioso di danari e di tutte le provisione necessarie e pieno di riputazione; aveva preso Milano da che per el passato è sempre stata data la sentenzia allo acquisto di quello stato; minacciava e giá assaltava el regno di Napoli spogliato di arme e di governo; da altro canto lo esercito di Vostra Maestá inferiore di numero, sanza danari, abbandonato da tutti e’ collegati, ognuno giudicava le cose de’ franzesi in grado che Vostra Maestá avessi da temere di qualche ruina, ed almanco chi aveva piú franco animo presupponeva che non si potessi avere vittoria se non san- guinosissima e piena di piaghe. In tanti frangenti e difficultá si è intesa la vittoria cosí facile, cosí piena, cosí perfetta da ogni banda, che nessuno arebbe potuto desiderare meglio; è stato rotto lo esercito inimico,

  1. Segue canc.: rara.