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serie seconda 327

187. Sappiate che chi governa a caso si ritruova alla fine a caso; la diritta è pensare, esaminare, considerare bene ogni cosa etiam minima, e vivendo ancora cosí, si conducono con fatica bene le cose; pensate come vanno a chi si lascia portare dal corso della acqua.

188. Quanto piú ti discosti dal mezzo per fuggire uno degli estremi, tanto piú cadi in quelle estremo di che tu temi, o in uno altro che ha el male pari a quello, e quanto piú vuoi cavare frutto di quella cosa che tu godi, tanto piú presto finisce el goderla e trarne frutto; verbigrazia uno che popolo che goda la libertá, quanto piú la vuole usare tanto manco la gode, e tanto piú cade o nella tirannide, o in uno vivere che non è migliore che la tirannide.

189. Tutte le cittá, tutti gli stati, tutti e’ regni sono mortali; ogni cosa o per natura o per accidente termina e finisce qualche volta; però uno cittadino che si truova al fine della sua patria, non può tanto dolersi della disgrazia di quella e chiamarla mal fortunata, quanto della sua propria; perché alla patria è accaduto quello che a ogni modo aveva a accadere, ma disgrazia è stata di colui abattersi a nascere a quella etá che aveva a essere tale infortunio.

190. Suolsi dire per ricordo, in conforto degli uomini che non sono nello stato desiderano: guardatevi drieto e non innanzi, cioè guardate quanti piú sono quegli che stanno peggio di voi, che quelli che stanno meglio. È detto verissimo e che doverrebbe valere a fare che gli uomini si contentassino del grado loro; ma è difficile a farlo, perché la natura ci ha posto el viso in modo che non possiamo sanza sforzarci guardarci se non innanzi.

191. Non si può biasimare gli uomini che siano lunghi nel risolversi, perché se bene accaggiono delle cose nelle quali è necessario deliberare presto, pure per lo ordinario erra