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183. Non è savio uno capitano che faccia giornate se non lo muove o la necessitá o el cognoscere d’avere vantaggio molto grande; perché è cosa troppo sottoposta alla fortuna, e troppo importante el perderle.

184. Io non voglio escludere gli uomini da’ ragionamenti communi, né da conversare insieme con grata ed amorevole dimestichezza; ma dico bene che è prudenzia non parlare se non per necessitá delle cose proprie, e quando se ne parla, non ne dare conto se non quanto è necessario al ragionamento o intento che allora si ha, riservando sempre in sé medesimo tutto quello che si può fare, sanza dire; piú grato è fare altrimenti, piú utile el fare cosí.

185. Sempre gli uomini lodano in altri lo spendere largamente, el procedere nelle azioni sue co’ modi generosi e magnifichi, e nondimeno e’ piú osservano in sé medesimi el contrario; però misurate le cose vostre con la possibilitá, con la utilitá che sia onesta e ragionevole; ma non vi lasciate levare a cavallo a fare altrimenti dalle opinione e parole del vulgo, dal darvi a credere di acquistare laude e riputazione apresso a chi poi allo stretto non lauda in altri quello che non osserva in sé.

186. Non si può in effetto procedere sempre con una regola indistinta e ferma. Se è molte volte inutile lo allargarsi nel parlare, etiam cogli amici, dico di cose che meritino essere tenute segrete, da altro canto el fare che gli amici si accorghino che tu stai riservato con loro, è la via a fare che anche loro faccino el medesimo teco; perché nessuna cosa fa altrui confidarsi di te, che el presupporsi che tu ti confidi di lui, e cosí, non dicendo a altri, ti togli la facultá di sapere da altri. Però ed in questo ed in molte altre cose bisogna procedere distinguendo la qualitá delle persone, de’ casi e de’ tempi, ed a questo è necessaria la discrezione, la quale se la natura non t’ha data, rade volte si impara tanto che basti con la esperienzia; co’ libri non mai.