Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/296

290 ricordi

27. La vera e fondata sicurtá di chi tu dubiti, è che le cose stiano in modo che benché voglia non ti possa nuocere; perché quelle sicurtá che sono fondate in sulla voluntá e discrezione di altri sono fallace, atteso quanto poca bontá e fede si truova negli uomini.

28. Io non so a chi dispiaccia piú che a me la ambizione, la avarizia e le mollizie de’ preti: sí perché ognuno di questi vizi in sé è odioso, sí perché ciascuno e tutti insieme si convengono poco a chi fa professione di vita dependente da Dio; ed ancora perché sono vizi sí contrari che non possono stare insieme se non in uno subietto molto strano. Nondimeno el grado che ho avuto con piú pontefici, m’ha necessitato a amare per el particulare mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, arei amato Martino Luther quanto me medesimo, non per liberarmi dalle legge indotte dalla religione cristiana nel modo che è interpretata ed intesa communemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scelerati a’ termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o sanza autoritá.

29. Ho detto molte volte ed è verissimo, che piú è stato difficile a’ fiorentini a fare quello poco dominio che hanno, che a’ viniziani el loro grande; perché e’ fiorentini sono in una provincia che era piena di libertá, le quali è difficillimo a estinguere: però si vincono con grandissima fatica, e vinte si conservano con non minore. Hanno di poi la Chiesa vicina, che è potente e non muore mai, in modo che se qualche volta travaglia, risurge alla fine el suo diritto piú fresco che prima. E’ viniziani hanno avuto a pigliare terre use a servire, le quali non hanno ostinazione né nel difendersi né nel ribellarsi, e per vicini hanno avuto príncipi secolari, la vita e la memoria de’ quali non è perpetua.

30. Chi considera bene non può negare che nelle cose umane la fortuna ha grandissima potestá, perché si vede che a ogn’ora ricevono grandissimi moti da accidenti fortuiti, e