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158. Io sarei pronto a cercare le mutazione degli stati che non mi piacessino, se potessi sperare mutargli da me solo; ma quando mi ricordo che bisogna fare compagnia con altri, ed el piú delle volte con pazzi e con maligni, e’ quali né sanno tacere né sanno fare, non è cosa che io aborrisca piú che el pensare a questo.

159. Dua papi sono stati di natura diversissima, Iulio e Clemente: l’uno di animo grande e forse vasto, impaziente, precipitoso, aperto e libero; l’altro di mediocre animo e forse timido, pazientissimo, moderato, simulatore. E pure gli uomini da nature tanto contrarie si aspettano gli effetti medesimi di grande azione. La ragione è, che ne’ gran maestri è atta a partorire cose grande e la pazienzia e lo impeto; perché l’uno opera con lo urtare gli uomini e sforzare le cose, l’altro con lo straccarli e vincerle col tempo e con le occasione. Però in quello che nuoce l’uno, giova l’altro, ed e converso, e chi potessi congiugnerli ed usare ciascuno al tempo suo, sarebbe divino; ma perché questo è quasi impossibile, credo che, omnibus computatis, sia per conducere maggiore cose la pazienzia e moderazione che lo impeto e la precipitazione.

160. Se bene gli uomini deliberano con buono consiglio, gli effetti però sono spesso contrari; tanto è incerto el futuro. Nondimanco non è da darsi come bestia in preda della fortuna, ma come uomo andare con la ragione; e chi è bene savio ha da contentarsi piú di essersi mosso con buono consiglio, ancora che lo effetto sia stato malo, che se in uno consiglio cattivo avessi avuto lo effetto buono.

161. Chi vuole vivere a Firenze con favore del popolo, bisogna che fugga el nome di ambizioso, e tutte le dimostrazione di volere parere, etiam nelle cose minime e nel vivere quotidiano, maggiore o piú pomposo o delicato che gli altri; perché a una cittá, che è fondata tutta in sulla equalitá ed è