Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/268

262 ricordi

avere meglio in uno stato stretto, vi correrebbono per le poste, perché in quasi tutti prepondera el rispetto dello interesse suo, e sono pochissimi quegli che cognoscono quanto vaglia la gloria e l’onore.

107. Mi è stato sempre difficile a credere che Dio abbia a permettere che e’ figliuoli del duca Lodovico abbino a godere lo stato di Milano, non tanto perché lui lo usurpò sceleratamente, quanto che, per fare questo, fu causa della servitú e ruina di tutta Italia, e di tanti travagli seguiti in tutta la cristianitá.

108. Dico che uno buono cittadino ed amatore della patria non solo debbe intrattenersi col tiranno per sua sicurtá, perché è in pericolo quando è avuto a sospetto, ma ancora per beneficio della patria, perché governandosi cosí gli viene occasione co’ consigli e con le opere di favorire molti beni e disfavorire molti mali; e questi che gli biasimano sono pazzi, perché starebbe fresca la cittá e loro, se el tiranno non avessi intorno altro che tristi!

109. Fa a proposito nostro che in Siena sia uno stato savio, quando noi siamo in termini che non possiamo sperare di soggiogarla; perché uno savio si intratterrá sempre volentieri con noi, né mai ará caro che in Toscana venga guerra, lasciandosi piú governare dalla ragione che traportare dallo odio naturale che ci hanno. Ma ora co’ papi farebbe piú per noi che vi fussi uno stato disordinato, perché piú facilmente ci salterebbe in bocca.

110. Chi non sa che se el papa piglia Ferrara, sará sempre obietto de’ futuri pontefici lo insignirorsi di Toscana? perché el regno di Napoli ha troppa difficultá essendo in mano di potenti.

111. In uno stato populare è a proposito delle case simili alla nostra, che le case che si chiamano di famiglia si con-