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lui, quando voleva fare una impresa nuova o altra cosa di importanza, non prima la publicava e poi la giustificava, ma si governava pel contrario; procurando artificiosamente in modo che, innanzi che si intendessi quello che lui aveva in animo, si divulgava che el re per le tali ragione doverrebbe fare questo; e però publicandosi poi lui volere fare quello che giá prima pareva a ognuno giusto e necessario, è incredibile con quanto favore e con quanta laude fussino ricevute le sue deliberazione.

52. Ancora quelli che attribuendo el tutto alla prudenzia e virtú si ingegnano escludere la fortuna, non possono negare che almanco sia grandissimo beneficio di fortuna, che al tempo tuo corrino occasione che abbino a essere in prezzo quelle parte o virtú in che tu vali; e si vede per esperienzia che le medesime virtú sono stimate piú o manco a uno tempo che all’altro, e le medesime cose fatte da uno in uno tempo saranno grate, fatte a un altro tempo saranno ingrate.

53. Non voglio giá ritirare coloro che infiammati dallo amore della patria si metteriano in pericolo per riducerla in libertá; ma dico bene che chi nella cittá nostra cerca mutazione di stato per interesse suo non è savio, perché è cosa pericolosa; e si vede con effetto che pochissimi trattati sono quelli che riescono. E di poi quando bene è successo, si vede quasi sempre che tu non conseguisci nella mutazione di gran lunga a quello che tu hai disegnato, ed inoltre ti oblighi a uno perpetuo travaglio, perché sempre hai da dubitare che non tornino quelli che tu hai cacciati, e che ti ruinino.

54. Non vi affaticate nelle mutazione che non partoriscono altro che mutare e’ visi degli uomini; perché che beneficio ti reca se quello medesimo male o dispetto che ti faceva Piero, ti fará Martino? verbigrazia, che piacere puoi tu avere di vedere andarsene messer Goro, se in luogo suo entrerrá un altro di simile sorte?