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236 scritti minori

a’ tiranni ne’ campi Filippici, ed essendo rotto (con tutto che non li mancassi facoltá di potersi fuggire e forse qualche speranza di rifare nuovi eserciti, o almeno salvarsi in molte parte di Oriente che non erano sotto lo imperio romano, né li mancassi speranza di potersi forse con qualche tollerabile condizione reconciliarsi colli inimici, massime per qualche amicizia avea con Antonio), nondimeno volle piti tosto tôrsi la vita, che vivendo in servitú e vedendo servire la patria, seguire speranze incerte.

Costoro essendo uomini prudentissimi, non è da credere non conoscessino quale fussi maggiore male, o la servitú o la morte; né è da credere che avendo fatto in tutta la vita sempre dimostrazione di animo grandissimo, pigliassino partito di amazzarsi per timiditá, e tanto piú che la morte è di sua natura tanto terribile e tanto contraria al desiderio naturale di tutti li uomini, e’ quali a una voce appetiscono el vivere, che e’ non pare da credere che chi non ha paura della morte possi avere paura di altra cosa. Non è adunche in modo alcuno da dire che uomini tanto eccelsi e generosi si dessino la morte per paura de’ mali che si vedevano preparati in vita, né perché mancassi loro el cuore a soportarli; ma che piú tosto si movessino da una certa grandezza e generositá di animo, la quale, essendo loro assueti a vivere liberi e con onore, li movessi sí veementemente che si sdegnassino volere vivere in servitú e mancare di quella gloria e libertá nella quale erano nati e nutriti. La vita in sé è da essere desiderata, e da fuggire quanto si può la privazione di quella; nondimeno non essendo perpetua ed avendo di necessitá ciascuno a morire, è da essere preposta la vita breve con onore, alla lunga con ignominia; e chi è uso a vivere gloriosamente e dependendo da sé solo, debbe con ogni modo e via fuggire la perdita della gloria sua, e di avere contro a ragione a umiliarsi ed inclinarsi a altri. Né debbe nascere questo appetito per paura di non potere soportare e’ mali che sono in quello che lui fugge, ma per non volere maculare la gloria e generositá con che gli è vivuto.