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ricordanze 73

qualche anno; pure a Dio è piaciuto cosi, ed a noi è necessitá accommodarci, e ci doverrebbe essere meno difficile considerando con quanta bontá e’ sia vivuto e morto, e che in veritá e secondo la opinione di tutti gli uomini e’ sia stato di qualitá che noi abbiamo da gloriarci assai di essere suti figliuoli di uno tale padre.

Ricordo come di dicembre del detto anno 1513, sendo morto messer Francesco Pepi che era avvocato de’ frati di Badia di Firenze, detti frati mi elessono per loro avvocato, sendone richiesti da Iacopo Salviati e di poi da Lorenzo de’ Medici.

Ricordo come nel medesimo mese di dicembre io in luogo di messer Francesco Pepi fui eletto avvocato de’ frati di Settimo e Cestello, e benché e’ frati ne fussino richiesti da Lorenzo de’ Medici, pure sanza el favore suo erano ancora deliberati a farlo.

Ricordo come nel medesimo mese di dicembre e’ consoli della arte del cambio mi elessono per avvocato della arte in luogo di messer Francesco Pepi.

Ricordo come a dí 5 di gennaio 1513 io tornai in Firenze dalla legazione mia di Spagna, nella quale tra andare stare e tornare avevo consumato ventitré mesi ed otto dí. Feci allo andare in lá el cammino di Avignone, e di quivi per la via di Barzalona e Saraosa mi transferi’ a Burgus dove allora era la maestá del re don Fernando; ed al tornare ne venni per la via di Biscaia a Baiona, Tolosa, el ponte a Santo Spirito e Lione. Nel tempo fui lá stemo tuttavia colla corte in Burgus, Logrogno, Vagliadulit e Medina del Campo; benché io una volta sendo el re a caccia détti una vista insino a Salamanca. Fui fortunato in questa legazione, perché oltre allo essere andato e tornato felicemente e sanza alcuna incommoditá, vi stetti sempre sanissimo della persona, ebbi buono adito e fui in buono concetto col re e vi stetti con buona riputazione. A Firenze mentre durò lo stato populare, le lettere ed opere mie satisfeciono forte; e non meno sendo mutato el governo per la ritornata de’ Medici in Firenze; e’ quali