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48 memorie di famiglia

onorevole corte, in convitare spesso e bene; ma avaro nel distribuire le sue entrate secondo le opere della pietá, così in tutto quello che tornassi utile e beneficio a’ parenti, co’ quali volle sempre vedere le cose minutamente, in modo che né in vita né in morte non giovò mai loro. Così fu avaro co’ sua servidori, a chi non fece in ultimo tempo mai né bene né rimunerazione alcuna o rarissime volte. Fu di natura molto collerico, tanto che era quasi intollerabile. La vita sua fu molto prospera, perché essendo bastardo e non avendo lettere o virtú, conseguitò tanti benefici e tante degnitá, che innanzi al vescovado aveva di entrata piú di mille ducati; e tutti gli furono dati non per industria e fatica sua, ma per opera ed autoritá di messer Luigi suo padre e di Iacopo suo zio, sanza che avessi a spendervi drento uno quattrino: solo el vescovado acquistò da sé comperandolo con simonia, cosa che gli fu di danno e pregiudicio assai non solo all’anima ma ancora nel mondo, nel quale non ne ebbe consolazione perché visse vescovo poco piú di uno anno, malato e malcontento la maggiore parte del tempo, né mai fu al suo vescovado.

Fu di corpo bellissimo, perché era grande di statura, bianco e bella aria; fu sanissimo e gagliardissimo. Ebbe alla morte tutti e’ sacramenti della Chiesa, non so giá con che disposizione gli pigliassi, ma aveva gran paura e dolore della morte. Morì essendo d’etá di anni 54, e visse talmente che io n’ho fatto menzione piú tosto per fare memoria di quella dignitá che ebbe, che innanzi a lui non solo non fu mai vescovo in casa, ma né ancora forse prete alcuno, che per tenere conto delle qualitá e costumi sua.


Piero, unico figliuolo di Iacopo Guicciardini, nacque a’ di 9 di giugno 1454, ed essendo di etá di anni 18 vel circa, tolse per donna con buona dota la Simona figliola di messer Bongianni Gianfigliazzi che era in quel tempo riputato cittadino. Attese da giovane sempre alli studi e si nutrí nelle lettere ed in gravi e buoni costumi, e benché sendo di etá di anni 20 giostrassi, non per voluntá propria che non era suo